Distrutte cento piante di albicocche

alberi albicocche
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CASERTA - Ancora un agricoltore vittima di un raid. Devastate cento piantine di albicocco che aveva piantato a febbraio con il metodo biologico. Il terreno preso di mira è quello di Enrico Pignata, perito agrario casalese e proprietario di circa una quindicina di ettari coltivati a frutteto. Le piantine di albicocca sono state danneggiate su un fondo di due ettari che si trova lungo via Circumvallazione, angolo via Sondrio, sul lato opposto della discarica che a settembre 2013 fu oggetto di accertamenti della Dda di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti interrati dalla camorra. La coltivazione di albicocche che fa angolo è immediatamente visibile dalla strada e Pignata è solito passarci ogni giorno anche perché si trova sulla strada di ritorno per andare a casa. Il raid risale probabilmente alle prime ore dell’alba. Il danno alla produzione non è stato ancora quantificato, ma il torto alla coltivazione e al contadino è più che chiaro. Chi lo ha fatto ha superato la recinzione metallica e ha agito del tutto indisturbato trattandosi di un’arteria di collegamento, poco trafficata e non sorvegliata da telecamere. 


Saranno ora le indagini a chiarire i tratti della vicenda che quasi certamente si collega a quanto è avvenuto martedì mattina, ai danni del vitigno di Mario Schiavone, in via Del Pozzo. Due terreni di due agronomi, in due punti cardinali opposti. Entrambi hanno un ufficio di consulenze per i coltivatori ed entrambi si sono sempre detti contrari a qualsiasi sistema estorsivo. Pignata ieri mattina accompagnato dall’avvocato Michele Coronella, che è anche suo zio, ha presentato denuncia ai carabinieri della compagnia di Casal di Principe. 


Agli atti non ci sono altri episodi che avrebbero potuto far pensare ad un simile danno. L’ipotesi del racket della guardiania è la traccia investigativa per il momento più accreditata. I danneggiamenti ai fondi agricoli sarebbero l’ultima trovata della camorra per imporre una vera e propria estorsione.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino