«Ci sono tante cose che sono andate troppo oltre il limite.... e questo continua a fare lo spavaldo... dice che si deve andare avanti». Sono parole di Alfonso...
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I carabinieri seguono i movimenti dell’ingegnere Giuseppe Schiavone della Soprintentenza e di Vincenzo Lamberti, dirigente del Reparto prevenzione dell’Asl di Casal di Principe. «Vi sto chiamando perché ho il curriculum di quella ragazza» dice Lamberti. Savio gli dà appuntamento al giorno seguente. I due vengono pedinati dai carabinieri. Il 30 maggio del 2018 si tiene l’incontro tra il faccendiere della clinica e Lamberti, nel corso del quale Savio dovrebbe ricevere il curriculum della donna da far assumere a Pineta Grande in cambio delle autorizzazioni sanitarie per le opere edili di ampliamento della clinica. Richieste presentate all’Asl di Casal di Principe per competenza. La donna non sarà mai identificata.
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Uno dei nodi cruciali dell’inchiesta riguarda l’aumento dei metri cubi delle strutture in via di realizzazione e l’impatto ambientale ch’essa avrebbe sul territorio. E qui è necessario fare una serie di passi indietro nel tempo, anche di decenni. Nel 2003 il progetto subisce un incremento di 60mila metri cubi; quello attuale è pari a 155mila metri cubi. Nel 2014 l’accordo di programma che non ha mai ottenuto il pieno assenso della Soprintendenza stabilisce che in termini di altezza gli edifici non debbano superare le strutture circostanti esistenti né la cima degli alberi della pineta retrostante. L’altezza raggiunta attualmente è di 23,40 metri. Tornando al primo progetto, nel 2004 l’accordo prevedeva anche il recupero ambientale e infatti furono abbattute delle torri preesistenti. Era imperativo, inoltre, non ostacolare la visuale né verso il mare né verso la zona interna della pineta. Tutti questi aspetti, secondo la Procura, sono stati violati e le documentazioni approvate a più livelli allo scopo di favorire illecitamente le attività di Schiavone il quale, pur di ottenere permessi e altro, avrebbe assunto una condotta corruttiva. La pensa diversamente il collegio difensivo, composto dagli avvocati Giuseppe Stellato e Nello Sgambato che hanno già prodotto una serie di relazioni che motivano le scelte operate in corso d'opera. È già chiaro che il procedimento sarà una guerra di perizie.
Ma torniamo al teorema accusatorio disegnato dai sostituti procuratori Giacomo Urbano e Vincenzo Quaranta. In clinica, si legge dagli atti, vengono a sapere in presa diretta delle indagini in corso e di imminenti controlli. L’ex sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo (indagato) avrebbe addirittura comunicato a Schiavone le lamentele dei titolari di una casa di cura concorrente. L’Utc decapitato dagli arresti dell’anno scorso avrebbe funzionato da ufficio «privato» per conto della clinica, ma lo stesso sarebbe avvenuto in Regione e in Soprintendenza. Gennaro Leva, oggi responsabile di Soprintendenza per l’area sannita, fino al 2008 su Caserta e che, all’epoca, non ravvisò motivi di illegittimità nei documenti della clinica, dice: «Se avessero presentato a me l’istanza - parla delle ultime varianti - avrei chiesto le foto: il nostro compito è valutare l’impatto paesaggistico. Devo dire però che, a a livello regionale, era chiaro che volessero consentire l’ampliamento di Pineta Grande: la volontà era quella di realizzazione la struttura ospedaliera». Schiavone sarà interrogato martedì e potrà, finalmente, fornire la sua versione dei fatti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino