Politica e clan a Trentola Ducenta, l'ex assessore Cassandra ai pm: «Ora parlo io»

l'ex consigliere di Trentola Ducenta
Trentola Ducenta. La rete di protezione all’interno delle forze dell’ordine che ha garantito la latitanza dei boss del clan dei Casalesi. Dichiarazioni che...

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Trentola Ducenta. La rete di protezione all’interno delle forze dell’ordine che ha garantito la latitanza dei boss del clan dei Casalesi. Dichiarazioni che scottano quelle già agli atti della Dda di Napoli e rese da Luigi Cassandra non nelle vesti di collaboratore di giustizia, ma di dichiarante: ex consigliere comunale e assessore di Trentola Ducenta, condannato a 10 anni nel giugno scorso per rapporti con Michele Zagaria, scarcerato, colpito da divieto di dimora in Campania, poi di nuovo arrestato, lo scorso 10 marzo, a Formia. È una storia controversa quella di Cassandra, poco lineare fino all’ultimo sviluppo, reso noto nel corso dell’udienza per la requisitoria del processo Jambo, rito abbreviato. Cassandra non è «pentito», chiariscono fonti dell’Antimafia, ma «dichiarante». Sta quindi raccontando una serie di vicende sul clan del quale è ritenuto affiliato, ma ha rinunciato al programma di protezione. Poco cambia, nella sostanza. Accusa se stesso, i capiclan, ma soprattutto ricostruisce alcune trame ancora poco chiare, in parte connesse con la lunga latitanza di Michele Zagaria e con quei misteri che ancora aleggiano intorno alle fasi cruciali della sua cattura. Di Zagaria, Cassandra era un’interfaccia politica. Michele Griffo, storico sindaco di Trentola Ducenta coinvolto nella stessa inchiesta, fu candidato quando il padrino cambiò idea all’ultimo momento rispetto alla scelta di candidare Nicola Picone. Le trattative furono opera di Cassandra e del fratello di Picone, l’ex vigile poi arrestato.

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Il Mattino