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PRESENZANO - Dopo lo scandalo che ha coinvolto don Gianfranco Roncone, denunciato da alcune vittime minorenni per aver compiuto abusi sessuali nei loro confronti, la diocesi di Teano-Calvi guidata dal vescovo Giacomo Cirulli, ha deciso di affidare la parrocchia di Presenzano a don Angelo Testa.
Quest’ultimo, fa parte della ristretta cerchia dei fedelissimi del monsignore pugliese, e vanta alle spalle un’importante carriera all’interno della curia sidicina. Don Testa infatti ha già ricoperto in passato la carica di vicario parrocchiale presso la chiesa di San Rocco, a Pietramelara e di amministratore parrocchiale a Campagnola. Negli ultimi anni, il sacerdote è stato anche a capo dell’ufficio tecnico della diocesi, in qualità di responsabile. Membro del consiglio presbiteriale, nel giugno 2020 è stato infine nominato presidente dell’istituto di sostentamento del clero diocesano.
La scelta del monsignore pugliese però, ha subito diviso l’opinione pubblica del comune presenzanese. Se una piccola parte della comunità del paese dell’alto casertano ha apprezzato la decisione di Cirulli, la maggior parte della popolazione ha continuato a invocare nell’ultima settimana il ritorno del sacerdote indagato. Secondo questi ultimi infatti, pur di salvare la reputazione della diocesi, il vescovo è stato troppo duro nei confronti di don Gianfranco. Non sono mancate le persone che hanno visto nella decisione di Cirulli, un modo per tutelare e proteggere lo stesso Roncone nel momento più delicato della sua vita.
Nel frattempo, proseguono le indagini della procura partenopea: stando alle ultimissime indiscrezioni, sembra che durante una notte della scorsa estate, i carabinieri di Presenzano avrebbero notato don Roncone in compagnia di due giovani, nei pressi del cimitero. L’episodio, è stato subito oggetto di discussione in città negli ultimi giorni: voci interne all’associazione cattolica però, hanno rivelato che, molto probabilmente, il sacerdote e i ragazzi individuati dai militari dell’arma, stavano solo effettuando delle ronde anti spaccio, come erano soliti fare. Nei prossimi giorni, la questione potrebbe essere approfondita maggiormente dagli organi investigativi: nel frattempo, il presidente dell’associazione cattolica, Carlo Sarnelli, ha dichiarato: «Alla luce delle ultime vicende che hanno coinvolto don Gianfranco, non saremo più disponibili a fornire notizie. Confidiamo nel lavoro dei magistrati». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino