«Psicoterapia online dopo il lockdown: così ci adeguiamo alla pandemia»

«Psicoterapia? Dopo il lockdown pazienti a un bivio: le sedute o la spesa»
«Noi psicologi ci siamo dovuti adeguare alla pandemia. Alcuni pazienti mi hanno anche chiesto di continuare con le sedute via Skype nonostante il confinamento sia terminato....

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«Noi psicologi ci siamo dovuti adeguare alla pandemia. Alcuni pazienti mi hanno anche chiesto di continuare con le sedute via Skype nonostante il confinamento sia terminato. Francamente, io non mi sono opposta. La terapia è un viaggio, la meta la decide il paziente». Maria Luiso lo spiega con calma. La sua flemma è di quelle che innervosiscono, cozza con la frenesia dei giorni di agosto, dei viaggi, del trekking, dei progetti post e dentro il Covid. Ma si capisce che anche questo «caos calmo» è parte del suo lavoro.


L'analisi
Psicologa, pricoterapeuta specializzata in pricoterapia familiare, di coppia e individuale, non ha smesso di lavorare ad agosto. Una scelta, ma è anche molto di più. «I miei pazienti, durante il lockdown, hanno dovuto fare i conti con la crisi economica e, alcuni di loro, si sono trovati a un bivio: o continuare la terapia o fare la spesa. L’ho capito e sono andata incontro alle esigenze di ognuno. Per questo, adesso, se qualcuno mi chiede di proseguire gli incontri con Skype io non li nego, anche se preferisco il faccia a faccia: porgere un fazzoletto, guardare i pazienti, salutarli con un tocco di mano, non ha prezzo».

La scelta

Sì, perché lo psicologo è solo un mezzo per arrivare alla consapevolezza di ciò che si è, percepibile anche con i gesti. Con le lacrime, tante. I sorrisi, pochi. Ma questo è: scavare dentro costa. Il sostantivo «psicologo» fa paura. La realtà è diversa: la psicoterapia ti conduce verso la vita interiore che, oltre che degna, può essere anche bella. E così, l’incontro terapeuta-paziente diventa multimediale con la pandemia. Ansia e insonnia sono stati in crescita durante e dopo il confinamento. Ma il divario fra le persone e la cura è sempre indicato dalle possibilità economiche: c’è chi si può permettere lo psicologo e chi no. Al netto di questo, la terapia sistemico-relazione si è adeguata. «Non me lo aspettavo», continua la dottoressa Luiso, intrecciandosi i capelli con un dito. «Online alcuni pazienti sono riusciti a dirmi cose mai dette prima. Certo, lo specialista deve vigilare perché lo schermo è un filtro». La dottoressa Luiso si sposta da Caserta a Capua ogni giorno: cellulare in una mano, agenda con appuntamenti nell’altra. Al centro, il caldo torrido di agosto. Ma questo non sembra un buon argomento per la dottoressa. Del mare non se ne parla. «Sì, sono bianca come la neve - conclude la Luiso - mi rifarò l’anno prossimo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino