Pugile 18enne ucciso nel Casertano durante la movida, al via il processo

Pugile 18enne ucciso nel Casertano durante la movida, al via il processo
È iniziato alla Corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il processo per l'omicidio del 18enne pugile Gennaro Leone, ucciso la notte tra il 28...

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È iniziato alla Corte d'Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il processo per l'omicidio del 18enne pugile Gennaro Leone, ucciso la notte tra il 28 e 29 agosto dello scorso anno in via Vico a Caserta in seguito ad una lite per futili motivi dal ventenne di Caivano Gabriel Ippolito, imputato e difeso da Angelo Raucci. Al processo, che si celebrerà con rito immediato, si costituiranno parte civile i familiari della giovane vittima (assistiti da Alfredo Plini) mentre hanno annunciato la costituzione anche i Comuni di Caserta e San Marco Evangelista, paesino dell'hinterland dove il 18enne risiedeva con i genitori.

Nella delibera proposta dal sindaco di Caserta Carlo Marino e approvata dalla Giunta comunale, si legge «che la vicenda ha creato turbamento nella intera comunità casertana compromettendo l'ordinario svolgimento della vita civica del Comune di Caserta e la tutela dell'ordine pubblico» e «che il Comune di Caserta intende tutelare gli interessi della intera comunità cittadina lesa dal reato commesso dall'imputato». Leone, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - Procura di Santa Maria Capua Vetere e carabinieri della Compagnia di Caserta - venne accoltellato ad una gamba da Ippolito che lo colpì per uno sguardo di troppo.

L'episodio avvenne nel pieno della movida notturna, in una zona ricca di locali e bar dove già erano avvenuti in precedenza risse e aggressioni più volte denunciate dai commercianti. La coltellata sferrata da Ippolito recise l'arteria femorale di Leone, che restò a terra, e fu soccorso prima da alcuni passanti per poi essere portato in ambulanza in ospedale dove però, qualche ora dopo, morì perché dissanguato; il suo aggressore fu individuato tramite telecamere di videosorveglianza e soprattutto testimonianze di ragazzi, in particolare amici della vittima, che erano sul posto al momento del fatto, quindi fu fermato e confessò il delitto ai carabinieri. 

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Il Mattino