«Quaranta giorni no-stop, ora liberiamo tutti i beni confiscati occupati a Caserta»

«Quaranta giorni no-stop, ora liberiamo tutti i beni confiscati occupati a Caserta»
Lo dice subito: «Io sono siciliano, tengo più alla parola data che a quella scritta». Lo dice chiaro e tondo Antonino Messineo, questore di Caserta dal 10...

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Lo dice subito: «Io sono siciliano, tengo più alla parola data che a quella scritta». Lo dice chiaro e tondo Antonino Messineo, questore di Caserta dal 10 gennaio. Poliziotto purosangue di Agrigento, non crede alle promesse, ma agli schemi sì. E pure ai programmi, ai fatti. Non sono trascorsi nemmeno cinquanta giorni dalla sua venuta a Caserta che presenta già il bilancio, tranchant, preciso: «Fra questi numeri - dice sfogliando le segnalazioni dei suoi agenti - non mancano i provvedimenti di sequestro di patrimoni del valore di 30 milioni di euro», spiega. Si tratta della confisca di beni operata mercoledì scorso (imprese di calcestruzzo e quote societarie): conti bancari di Clemente Izzo di San Felice a Cancello. Il fratello di Izzo gestisce un celebre bar nel cuore di Caserta. Non è un caso che la notizia del provvedimento abbia fatto rumore anche in città, provocando un piccolo terremoto.

L'aggressione ai patrimoni delle mafie è un pallino fisso del nuovo questore. Se la Sicilia per lui rappresenta il mare, questo pezzo di entroterra del casertano è lo scoglio: «Credo molto nelle misure di prevenzione - continua Messineo - e credo nel riutilizzo ai fini sociali dei beni confiscati che rappresenta uno smacco alla criminalità organizzata e, allo stesso tempo, un esempio. La polizia non deve solo reprimere, ma soprattutto stare dalla parte dei cittadini». E infatti, il lavoro «di donne e uomini della polizia di Stato», ci tiene a precisare, è rappresentato proprio dai numeri di questi oltre 40 giorni di lavoro. E sono alti: 30.000 persone identificate in trenta giorni, oltre 10.000 veicoli controllati, 120 sequestrati per irregolarità. Ma dal punto di vista pratico, che tempi ha il nuovo commissariato a Casal di Principe? «Non voglio dare date, ci sono ancora dei lavori di adeguamento da fare, ma entro quest'anno sarà a regime in tutto e per tutto», dice. «Tanti sono stati i controlli alle attività commerciali nell'ultimo mese - spiega in comunicato stampa - ispezionati 300 bar, pub, ristoranti, sale giochi, armerie, gioiellerie in centro a Caserta e nella provincia e per due esercizi commerciali è stata disposta la cessazione dell'attività perché erano abituali ritrovi di pregiudicati o per riscontrate irregolarità». Con l'Arma dei carabinieri, la Guardia di Finanza e la polizia locale sono stati eseguiti controlli a tappeto. Ben 35 le persone arrestate, 150 quelle denunciate. Sequestrato oltre un chilo di sostanza stupefacente, sotto chiave 15 armi illegalmente detenute, alcune delle quali di micidiale capacità offensiva, 77 i decreti dell'avviso orale, 31 fogli di Via obbligatorio, otto Daspo e sei ammonimenti per presunti stalker». 

Sul fronte dell'attività relativa agli extracomunitari presenti nella provincia di Caserta, sono stati emessi dal questore di Caserta e, quindi, eseguiti 11 provvedimenti di espulsione, accompagnamento alla frontiera, ordine di abbandonare il territorio nazionale. Ma resta la piaga enorme di Castel Volturno, del litorale tutto dove regnano intere comunità illegali che non pagano tasse, colonie di spacciatori libere di agire. Anche lì bisognerà mettere mano. Meglio prima che poi. «Le nuove tecnologie continua il questore Messineo rappresentano una strategia fondamentale non solo per arginare le devianze criminali ma anche per far accrescere la vicinanza alle istituzioni e la percezione di sicurezza nella popolazione». Il punto cruciale restano i beni appartenuti alla camorra. «Ci sono edifici confiscati in via definitiva, ma ancora occupati da persone che non ne hanno il diritto - conclude Messineo - in accordo con il prefetto che tiene molto a questo tema, abbiamo deciso di imprimere un'accelerazione alla liberazione per restituirli alla comunità. Le persone devono capire che possono rivolgersi a noi, dobbiamo esprimere fiducia».

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Il Mattino