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CASERTA - Non avrebbe mai potuto farla franca perché, dopo l’assalto armato, gettò il cellulare col quale aveva comunicato coi rapinatori dentro un tombino: quel telefonino lo hanno ritrovato i carabinieri e, sommato ai video acquisiti dalla squadra mobile, all’altro cellulare ritrovato assieme al bottino e ai tabulati telefonici, si è andato componendo il quadro indiziario che il gip di Santa Maria Capua Vetere ha messo nero su bianco nell’ordinanza che ieri ha colpito il basista della rapina messa a segno al Tarì lo scorso 26 settembre.
La talpa è una guardia giurata.
Una rapina che avrebbe dovuto fruttare quindici milioni di euro e che invece non produsse che un bottino di poco superiore ai 15mila. I danni furono limitati perché, per una guardia giurata infedele, ce n'era un'altra in servizio onesta e sveglia e che diede l'allarme facendo in modo che i banditi fossero costretti a fuggire e ad abbandonare il grosso del denaro prelevato dal caveau del Centro Orafo.
In manette, ieri, è finito Francesco Petruolo, guardia giurata di 39 anni residente a Marcianise, dipendente della Battistolli.
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Il Mattino