È stato incastrato dall'impronta della mano e da un tatuaggio sul polpaccio il 29enne Giuseppe Musto, cui questa mattina i carabinieri della Compagnia di Santa Maria...
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I carabinieri del capitano Emanuele Macrì visionando a più riprese le immagini delle telecamere di video-sorveglianza dell'ufficio postale hanno notato un tatuaggio sul polpaccio destro di una dei rapinatori, poi è stata raccolta un'impronta sulla cassaforte. È stato quindi accertato, grazie al confronto con le foto segnaletiche, che il tatuaggio era uguale a quello di Musto. Inoltre la banca dati nazionale ha rivelato che l'impronta digitale lasciata sulla cassaforte corrispondeva a quella del 29enne.
È stata così ricostruita la dinamica del colpo. Il 28 aprile di un anno fa, Musto, con il volto coperto e armato di pistola, avrebbe agito con altri complici non ancora identificati; i banditi fecero irruzione nell'ufficio minacciando il direttore con l'arma e costringendolo ad inserire le esatte combinazioni per aprire la cassaforte e lo sportello bancomat. Alla fine del raid, i malviventi fuggirono con oltre 54mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino