Caserta. Rapinarono in casa e torturarono la figlia dell'ex presidente provinciale Zinzi: fermato uno slovacco

Caserta. Rapinarono in casa e torturarono la figlia dell'ex presidente provinciale Zinzi: fermato uno slovacco
Quattro mesi dopo finisce in carcere un altro componente della banda che aveva architettato e compiuto, a Caserta, una violenta rapina in casa della professoressa Mara Zinzi,...

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Quattro mesi dopo finisce in carcere un altro componente della banda che aveva architettato e compiuto, a Caserta, una violenta rapina in casa della professoressa Mara Zinzi, figlia dell'ex presidente della Provioncia, Domenico, e sorella del consigliere regionale di Forza Italia, Gianpiero.


L'indagine è stata tenacemente portata avanti dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, su impulso del questore Francesco Messina, che sin dal primo momento aveva promesso il massimo impegno della Polizia per scoprire i responsabili. La rapina, infatti, era stata particolarmente efferata e violenta, con botte e minacce nei confronti della professoressa che era in casa con il figlio e una domestica, poi finita in carcere.



Gli uomini della Mobile, diretti dal vice questore Alessandro Tocco, coordinati dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone, hanno eseguito decreto di fermo nei confronti dello sloveno Andrej Boda, della Repubblica Slovacca, in Italia senza fissa dimora. L'uomo, bloccato a Napoli, si preparava a lasciare il territorio nazionale.



Avrebbe partecipato, con altri due complici, alla rapina, nel corso della quale con crudeli sevizie i malviventi hanno cercato di farsi rivelare la combinazione della cassaforte dell'appartamento.

Le indagini hanno stabilito che la basista del colpo era la domestica delle vittime, Aiperi Turdugulova, nata in Kirghizistan nel 1992, nonchè l'ideatore organizzatore dell'assalto. Questi, di origine georgiana, s'è dato alla latitanza utilizzando documenti falsi, ed è attualmente ricercato.











Successivamente le indagini hanno consentito di individuare anche una seconda complice donna, la Kirghiza Nargiza Kuruchbekova, del 1986, nei cui confonti è stato spiccato decreto di fermo.
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Il Mattino