«Reggia di Caserta, tante lagne e nessun progetto»

«Reggia di Caserta, tante lagne e nessun progetto»
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«I numeri sono un indicatore importante e dovrebbero stimolare non solo il dibattito ma anche l'azione. Esattamente ciò che finora è mancato. Noi di Caserta Welcome ci siamo messi in gioco, rimboccate le maniche e investito fondi privati su un progetto al quale lavoravamo da tempo. E cosa hanno fatto gli altri, istituzioni comprese?». È uno sfogo amaro, all'indomani del reportage del Mattino, quello di Enzo Moriello, presidente sezione turismo Confindustria Caserta e ideatore del progetto Caserta Welcome. E anche una chiamata alle armi.

 
«Dove sono quelli che si lamentano? Cosa fanno per migliorare le cose? Quali le loro proposte? Non basta più parlare e commentare ora bisognerebbe, insieme, forti di quel patrimonio inestimabile rappresentato dal monumento vanvitelliano, collaborare e cercare strategie di sviluppo per andare oltre la Reggia». Perché, questa, inutile negarlo, è per gli stessi casertani croce e delizia, potenzialità enorme che rischia, però, per la sua stessa grandezza, di offuscare un territorio ricco di storia, arte, archeologia. «Il tema della scarsa affluenza alla reggia aggiunge Moriello - è molto importante perché in questo momento è l'unico monumento che da una spinta al turismo sul nostro territorio. Quello che stiamo vivendo è un momento delicato e, proprio per questo, va affrontato con il contributo di tutti gli operatori del settore. Noi di Caserta Welcome abbiamo attivato un sistema che sta portando vantaggi ad alcune realtà legate al mondo della promozione e accoglienza. Questa è l'unica strada. Perciò va ripensata una gestione organizzata dell'accoglienza e tavoli tecnici permanenti con le istituzioni, per una programmazione continua. Eppure, oltre a qualche piccolo contributo esclusivamente morale del Comune e della Camera di Commercio, non vedo altro da parte degli stessi operatori del settore, fatti salvi, ovviamente, i soci di Caserta Welcome».

Preoccupato per quelli che non sono solo numeri, ma spie di una situazione stagnante è anche il presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone. «Inutile negarlo, la Reggia resta comunque il più grande attrattore del nostro territorio. E se il suo appeal si appanna, come possiamo pensare di risollevare tutto il resto?», si chiede. «È un vero peccato aggiunge - che si sia registrata una perdita di visitatori tanto consistente. Ma è un segnale che non va trascurato e rende necessario guardare avanti con velocità. Insomma, ritengo che sia indispensabile individuare al più presto il nuovo direttore che è l'interlocutore primario per una corretta politica di sviluppo turistico del territorio. Lo abbiamo sperimentato con la passata gestione: i momenti di collaborazione fra noi, la Confindustria, il Comune, le associazioni di categoria e il direttore della Reggia sono stati estremamente proficui. E in un tale sistema il capofila di un percorso che contempli anche le offerte più diversificate non può che essere la reggia».


Anche Enrico Bonetti, esperto di marketing territoriale e docente presso il dipartimento di Economia dell'Università Luigi Vanvitelli è convinto che «prescindere dalla reggia sarebbe difficile e anche autolesionista. È come quando in una squadra di calcio si ha un grande talento e si pensa di poter giocare senza di lui: sarebbe sciocco e strategicamente dannoso. Inutile negarlo dice, dunque quello è l'asset più importante del territorio, e non si può non pensare di ripartire o di fondare lo sviluppo soprattutto su di esso. Però non basta. È necessario che al timone del monumento ci sia qualcuno che voglia dargli un ruolo centrale. La Reggia è un unicum mondiale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino