La Reggia che apre le porte anche degli appartamenti è un altro segno del ritorno, sebbene cauto e graduale, alla normalità. Domani è il giorno tanto atteso:...
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L'apertura diversificata del monumento è stata motivata, come informano dalla direzione, «dai lavori di riorganizzazione e pulizia degli spazi museali e dalla necessaria applicazione delle norme anti Covid per gli ambienti chiusi». Un ritardo che, però, sarà ripagato da «nuovi angoli e prospettive di visita» come i corridoi e le retrostanze chiuse da tempo e che il direttore generale, Tiziana Maffei, ha fatto ripulire durante i mesi di chiusura. Ora questi spazi potrebbero essere presto fruibili e diventare una nuova interessante attrattiva. L'intenzione è, infatti, quella di «restituire ai visitatori maggiori spazi, invitando alla rilettura del patrimonio anche da nuovi punti di vista. Il Palazzo reale non solo come luogo di delizia ma come sistema funzionale alle esigenze della famiglia reale e a quelle della produttività di una Casa reale. Un microcosmo in cui acquisiscono un valore fondamentale le aree di servizio, i luoghi riservati al personale al seguito del re e della regina e ai nobili che gravitavano intorno ai regnanti».
La visita alla Reggia garantirà la massima sicurezza per il personale e i turisti, perciò dovrà sottostare alle restrizioni imposte dal ministero per i Beni culturali e dalla Regione Campania. L'accesso è, dunque, contingentato per numeri e per fasce orarie e la prenotazione è obbligatoria. In ciascuna sala e spazio del percorso museale, inoltre, saranno presenti indicazioni relative al numero massimo di presenze, mentre il personale vigilerà sul rispetto delle prescrizioni. Intanto, il numero degli accessi consentiti è quasi raddoppiato: 120 persone ogni 15 minuti da piazza Carlo III e 50 ogni 15 minuti da corso Giannone. L'orario di apertura degli appartamenti va dalle 9.30 alle 19.30, con ultimo ingresso alle 19.
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I responsabili dell'istituto museale rivolgono, poi, un appello «al senso di responsabilità» dei visitatori. Un'esortazione nata dalla constatazione che, in questo periodo, «sono state effettuate tutti i giorni centinaia di prenotazioni da parte degli abbonati cui non ha fatto seguito l'ingresso al Complesso vanvitelliano». L'atteggiamento va, ovviamente, a discapito dei turisti che non hanno potuto prenotare la visita. Ma anche del territorio, che confida proprio nell'afflusso di visitatori per la ripresa economica. Da qui l'auspicio, da parte della direzione «che la fruizione possa avvenire con maggiore considerazione del ruolo della Reggia quale luogo della cultura e patrimonio dell'umanità». Una questione di primaria importanza per l'economia stessa della città: prenotarsi e poi non recarsi nella Reggia significa togliere posti ai turisti e, dunque, contenere gli arrivi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino