Rissa tra i calciatori del santo e la squadra del prete anticamorra Il presidente: «Solo tensioni verbali»

Rissa tra i calciatori del santo e la squadra del prete anticamorra Il presidente: «Solo tensioni verbali»
Lite tra i calciatori della squadra dell'Evangelista Marco e quelli della compagine intitolata a Don Diana, martire della camorra. Al quinto gol del San Marco Evangelista...

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Lite tra i calciatori della squadra dell'Evangelista Marco e quelli della compagine intitolata a Don Diana, martire della camorra. Al quinto gol del San Marco Evangelista è esplosa l'ira dei giocatori con la maglia recante il nome del parroco simbolo della lotta alla camorra. Compagine nata proprio nell'oratorio della chiesa di San Nicola di Bari dove il sacerdote fu assassinato dai killer dei clan. Anziché ispirarsi alla vita pia e votata alla legalità del prete, i calciatori che si fregiano di giocare a pallone nel suo nome sui campi di I categoria, hanno tentato di vendicare l'affronto calcistico ricorrendo alle mani. Da qui, il panico sul campo, peraltro oggi sguarnito in termini di sicurezza in quanto il match si è disputato in concomitanza con la festa patronale. Quattro volanti sono partite dalla questura di Caserta in direzione del campo comunale di San Marco, dove i giocatori in campo hanno anche inveito contro l'arbitro. Anche un'ambulanza ha raggiunto il posto, ma non ci sarebbero feriti.

Getta acqua sul fuoco il presidente del San Marco, Giovanni Cioffi, che smentisce che ci sia stato il ricorso alle mani e parla di «tensioni dovute alla decisione dell'arbitro di concedere solo due minuti di recupero», «dopodiché - ha detto ancora Cioffi - c'è stata un po' di tensione verbale tra i calciatori e nei confronti dell'arbitro con espressioni colorite, per questo l'arbitro si è impressionato, essendo stato per tutta la gara sotto pressione, e se n'era andato negli spogliatoi per chiamare la polizia». Secondo il presidente Cioffi, quando sono arrivate le pattuglie della questura, «gli agenti hanno parlano con noi presidenti, si sono accertati che non c'era una situazione di pericolo e hanno preso solo i documenti di noi dirigenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino