Un forte boato intorno alle due di notte e un grosso tratto di strada ha completamente ceduto. La causa sarebbe da ricercare nella rottura della condotta d'acqua portante di...
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Tecnici comunali e operai del Consorzio idrico Terra di Lavoro si sono messi a lavoro per rendere agibile l'arteria e per riportare la situazione alla normalità visto anche il delicato momento che la popolazione sta vivendo, il tutto dopo l'allarme lanciato dai residenti del posto e dallo stesso sindaco Giovanni Ferrara. Lungo la strada, infatti, oltre ad insistere lo studio professionale del primo cittadino, ci vivono anche i suoi genitori che preoccupati lo hanno allertato subito telefonicamente. Sul posto sono intervenuti di buon'ora l'assessore comunale alla Manutenzione Orlando Savino e il vicepresidente del Citl, Carmine Palmieri per monitorare la situazione, ma anche per gestire un'emergenza che, visto il territorio a rischio esondazioni, è stata vissuta in maniera assai ansiogena dagli stessi residenti che, attraverso i social, hanno lanciato un grido d'allarme avendo soprattutto i rubinetti a secco. A San Felice a Cancello, a parte le numerose zone a rischio esondazione, negli ultimi tempi l'amministrazione comunale e in particolare l'assessore Giovanna Sepe ha acceso i riflettori anche sulle cosiddette zone rosse che vincolano gran parte del territorio, specialmente quello a ridosso di Cancello Scalo e Casazenca.
L'assessorato all'Urbanistica richiesto presso l'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino Meridionale un ridimensionamento. La vicenda risale infatti al 2017 quando subito dopo il commissariamento dell'ente locale, fu avviato un procedimento per ridurre la zona definitiva a rischio idrogeologico. Circa ottomila persone potrebbero giovare dell'adozione e mettere la parola fine ad una situazione finita più volte sui banchi della commissione regionale preposta. Nelle zone dove ricadono le abitazioni è stato addirittura inserito il vincolo di costruire. Oggi, a distanza di quasi tre anni dalla richiesta di riduzione dell'area, l'amministrazione comunale ha pensato di scrivere una nota, ancora senza risposta dopo oltre quindici giorni, all'Autorità di bacino che, tecnicamente, deve solo autorizzare l'ufficio preposto del Comune a predisporre una delibera di giunta che ridimensioni l'area e automaticamente adotti un provvedimento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino