Sandokan pentito, nessuna dichiarazione nel processo per gli appalti Rfi

Tra gli imputati l'amico e coeataneo Nicola Schiavone

Francesco Schiavone, il boss di Casal di Principe
È iniziata al tribunale di Santa Maria Capua Vetere l'udienza del processo sugli appalti dati da funzionari di Rfi in cambio di soldi e regali a ditte colluse con...

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È iniziata al tribunale di Santa Maria Capua Vetere l'udienza del processo sugli appalti dati da funzionari di Rfi in cambio di soldi e regali a ditte colluse con il clan dei Casalesi.

Il sostituto della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli Graziella Arlomede non ha però depositato alcuna dichiarazione di Francesco Sandokan Schiavone, riservandosi di farlo nelle prossime udienze, visto che la collaborazione del padrino dei Casalesi è iniziata solo alcune settimane fa, e sulle eventuali dichiarazioni già rese dovranno essere comunque effettuati i necessari riscontri. 

È certo però che la posizione di Nicola Schiavone e del fratello Vincenzo Schiavone potrebbero essere fortemente condizionate dalle parole di Francesco Schiavone, visti i rapporti personali ed economici così datati; il 70enne Nicola Schiavone ha persino battezzato il primogenito di Sandokan.

Nell'udienza di oggi è stato sentito un consulente della Procura, che ha confermato come nel 1981, nella società di costruzioni Scen di Nicola Schiavone, comparisse come socio Francesco Sandokan Schiavone.

I legali del 70enne consulente, Caterina Greco e Umberto Del Basso De Caro, hanno chiesto al presidente del collegio di tribunale Giuseppe Meccariello di proseguire la celebrazione del processo a porte chiuse, ma il magistrato ha rigettato l'istanza ritenendo che «non vi fosse alcuna ragione per denegare il principio di pubblicità dell'udienza stabilito dal codice di procedura penale, che prevede dettagliatamente all'articolo 472 i motivi di eccezione (ordine e igiene pubblici, ndr), che qui non ricorrono». 

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Il Mattino