OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Era nelle previsioni. Puntualmente confermate. Per colpa dei botti di Capodanno e delle condizioni meteo che non hanno favorito una rapida dispersione il 2022 è cominciato male in Campania per quanto riguarda la qualità dell'aria, e i peggiori livelli sono quelli registrati ad Aversa. I dati forniti dall'Arpac evidenziano il superamento della soglia di sicurezza dei 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo nella quasi totalità delle centraline dislocate sul territorio regionale. Si salvano solo quelle del parco Virgiliano a Napoli - segno di una situazione sostenibile nella zona Posillipo delle zone industriali di Benevento e Polla, con Solofra che supera appena i limiti, e di Battipaglia.
Per il resto c'è un costante peggioramento rispetto al primo giorno del 2021, che coinvolge pesantemente anche Caserta. Le due centraline attive nella città della Reggia presso gli istituti scolastici Manzoni e De Amicis hanno rilevato una quantità più che doppia di Pm10 rispetto al 2021: rispettivamente 99 e 124 microgrammi contro i precedenti 40 e 49. Bruciata quindi una delle 35 giornate annue che rappresentano il massimo livello consentito di superamento. Neanche dalla provincia arrivano buone notizie. Ma andiamo a leggere i numeri.
Era già avvenuto nel 2020 e nel 2021.
I numeri di quest'anno, spiega l'Arpac, risentono in modo decisivo delle condizioni meteorologiche, e in particolare dalla marcata stabilità atmosferica con ventilazione debole o assente e condizioni di inversione termica che hanno confinato gli inquinanti nei bassi strati impedendone la dispersione e favorendone invece l'accumulo e la persistenza. Ma se la natura è pigra, l'uomo deve fare per intero la sua parte. «In occasione del Capodanno 2022 - commenta il direttore generale dell'Arpa Campania Stefano Sorvino - l'Agenzia ambientale della Campania ha lanciato un messaggio per sensibilizzare la cittadinanza sugli effetti deleteri dei botti anche in termini di inquinamento dell'aria, sostenendo dal punto di vista delle proprie competenze i giusti appelli delle autorità istituzionali che ne hanno scoraggiato l'utilizzo anche mediante opportune ordinanze interdittive. Il risultato delle iniziative di sensibilizzazione, che puntano a cambiare gli stili di vita in nome della sostenibilità ambientale, si misura nell'arco di anni: l'indicazione che traiamo da quanto riscontrato è che occorre uno sforzo ulteriore, per evitare l'utilizzo massiccio di articoli pirotecnici concentrato nell'arco di poche ore, perché questa consuetudine - soprattutto quando è associata a condizioni meteo sfavorevoli - fa segnare punti a favore dell'inquinamento atmosferico in una partita che si gioca tutti i giorni dell'anno».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino