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«Non campiamo di aria fritta»: è il grido d'aiuto e di rabbia lanciato in una nota dai lavoratori delle sedi di Caserta e Maddaloni della Softlab, azienda di informatica, che lamentano due mesi di stipendi arretrati.
Una settimana fa gli addetti Softlab - sono circa 250 tra le due sedi casertane - avevano manifestato con un presidio a Roma all'esterno del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), chiedendo l'immediata erogazione dello stipendio, che in quel momento riguardava solo il mese di giugno; sono trascorsi altri sette giorni e la situazione non è cambiata, anzi si è aggiunto il salario di luglio.
I ritardi si aggiungono alle scarse prospettive produttive dell'azienda, almeno per le sedi casertane (Softlab ha sedi in tutta Italia), circostanze che preoccupano fortemente i sindacati; anche perché i 250 addetti Softlab di Caserta e Maddaloni sono frutto di una reindustrializzazione, ovvero sono tutti ex dipendenti della Jabil, multinazionale americana con stabilimento a Marcianise, dalla quale negli ultimi anni sono fuoriusciti oltre 300 lavoratori, che sono stati poi riassunti a spese della stessa Jabil da altre aziende, come appunto Softlab, che si erano impegnate a garantire un futuro occupazionale agli ex Jabil e produttivo per il territorio casertano. Appena nel marzo scorso l'azienda ottenne un prestito pubblico di 12 milioni di euro previsto per le aziende in crisi, di cui i sindacati hanno chiesto conto nella riunione tenutasi una settimana fa al Mimit in seguito alla manifestazione dei lavoratori Softlab.
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