Una ragazza aveva investito tutti i risparmi del padre per partecipare a un presunto concorso indetto dalla Guardia di finanza. Meglio: aveva usato quel denaro per pagare chi...
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Niente concorso, nessuna fila per accedere ai test, solo i volti dei militari davanti alla caserma, basiti: «No, qui non c'è nessuna prova», avrebbero detto a lei e ad altri 20 giovani. A quel punto, la ragazza è tornata a Marcianise e ha denunciato l'avvocato che aveva promesso a lei e ad altri venti ragazzi di superare il concorso in cambio del pagamento di 20mila euro per presunte lezioni elargite. Superando la porta del commissariato di polizia di Marcianise, la ragazza ha con coraggio raccontato tutto. Una storia assurda, d'altri tempi, di periodi in cui non c'era nemmeno internet come finestra sulla realtà. In questa assurda vicenda con al centro una truffa, la ragazza non sarebbe stata l'unica a fidarsi dell'avvocato, D. T. di circa 60 anni. Ci sarebbero stati almeno altri venti giovani finiti nel vortice delle raccomandazioni finte. A far luce su tutta la vicenda sono ora gli agenti del commissariato di polizia che hanno ascoltato ogni singola parola della giovane. E così, l'avvocato civilista, conosciuto in città a Marcianise per essere anche il padre di un celebre «tronista» di un programma su Mediaset, è stato denunciato per truffa aggravata. Si tratta di un'inchiesta nata qualche settimana fa, giunta a conclusione da poco.
Approfittando del periodo del Covid 19, l'avvocato aveva chiesto ai suoi «studenti» del denaro in vista del maxi-concorsone che puntualmente subiva un ritardo per via delle restrizioni da Covid. Ma quanto sarebbe riuscito a intascare, in tutto? La somma stimata per la truffa aggravata è pari a 500.000 euro.
Un filo rosso lega la piccola-grande indagine di Marcianise a quella di Napoli venuta a galla due anni fa che si basava su un giro di mazzette per far superare i concorsi nelle forze armate a chi non aveva i requisiti. Rolex, scarpe, ma soprattutto soldi venivano dati in cambio di promesse. Nel 2021, furono quattordici i mandati di custodia cautelare spiccati dalla Procura di Napoli tra corrotti e corruttori. Spuntò non solo un giro di soldi, ma anche la pratica di fabbricare false certificazioni di tamponi anti-covid con esito negativo mai realmente effettuati. Servivano per frequentare dei corsi di formazione presso la Scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di polizia penitenziaria di Portici. Quindi una serie di illegalità di non poco conto. Ora, si riparte da Marcianise con un'inchiesta portata avanti dal dirigente Valerio Consoli.
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Il Mattino