Suicidio a Caserta, si lancia dal ponte e muore dopo un volo di 50 metri

Suicidio a Caserta, si lancia dal ponte e muore dopo un volo di 50 metri
È diventato il «ponte dei suicidi». E anche questa volta, si è anche frugato, tra i pochi filmati delle telecamere, per capire la dinamica...

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È diventato il «ponte dei suicidi». E anche questa volta, si è anche frugato, tra i pochi filmati delle telecamere, per capire la dinamica dell'ennesimo insano gesto.


Poco dopo le otto di ieri mattina, il 56enne Francesco C., residente a Caserta, si è lanciato dal terzo ordine di archi dell'acquedotto Carolino. Era già cadavere quando è stato avvistato dai visitatori non mattinieri: i carabinieri e il personale del 118 non hanno potuto fare altro che costatare l'avvenuto decesso. Dai documenti è stata immediata la identificazione. Dalle testimonianze indirette, invece, è stato ricostruita l'ora del tragico volo. Il nutrito popolo dello jogging ha fornito ampie indicazioni: fino alle 7.30, è stata esclusa la presenza del corpo senza vita.

È sempre la tragica dinamica a ripetersi: scavalco dei cancelli e, questa volta, lancio dal lato degli archi che costeggiano il monumento ai caduti. È stato fatale un volo di almeno 50 metri sul terrapieno adiacente al sacrario. Stretto riserbo sulla vita della vittima. Ma al dolore si aggiunge lo sconcerto: è il quinto suicidio in due anni al quale si sommano molti tentativi sventati in extremis da carabinieri e Polizia. Ma c'è chi non si rassegna. «Il monumento non può più essere - commenta il sindaco Francesco Buzzo - il teatro di tragedie a ripetizione. Esiste ormai un effetto emulazione, in particolare, una attrazione mortale per persone provenienti dai comuni e dalle province vicine. Non si risolve questo problema semplicemente non parlandone o catalogandolo tra le fatalità. Servono atti di deterrenza e vigilanza».

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La soluzione c'è. È stata pensata dall'ex direttore generale della Reggia, Mauro Felicori, e dal comune: è un progetto finalizzato alla manutenzione, ordinaria e straordinaria, che di fatto è affidata all'ente locale (diserbamento, pulizia, gestione dei rifiuti), e alla vigilanza e presidio con l'affidamento e la riattivazione dell'ex casa del custode per la «creazione di un info-point, un punto di ristoro, servizi essenziali e anche una base per visite guidate periodiche al fine di rendere sicuro, garantire accessi controllati ad un monumento che registra un numero crescente di visitatori e di organizzazioni di eventi culturali».


Il problema è mettere intorno a un unico tavolo Soprintendenza, Reggia, Demanio, Comune per passare alla fase attuativa. «Il risultato - testimonia Domenico Mauro, presidente della Pro loco - è che siamo costretti a respingere le richieste delle comitive organizzate e, in contemporanea, si lotta alle discariche e purtroppo assistere al ripetersi di gesti estremi, la cui alta frequenza è resa possibile anche dal mancato presidio».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino