Tarì, la sfida Academy: «Ricerca e innovazione per aiutare i giovani»

Inaugurata la fiera Open, al via il progetto sulle idee di impresa

Il Tarì
«Il problema della nostra area è una forte contraddizione, da un lato abbiamo degli esempi di grande eccellenza, come le università e le aziende come il...

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«Il problema della nostra area è una forte contraddizione, da un lato abbiamo degli esempi di grande eccellenza, come le università e le aziende come il Tarì, che offrono grandi opportunità, dall'altra abbiamo i giovani che non lavorano. Quindi, non riusciamo a far vedere loro le opportunità che abbiamo sul territorio. Affiancare due eccellenze è il modo più efficace di poter comunicarlo». Ad affermarlo è il direttore scientifico Apple Developer Academy, Giorgio Ventre, intervenendo alla tavola rotonda che ha inaugurato "Open", l'evento fieristico del Tarì di Marcianise.

Nel corso dell'incontro, presentato e moderato dal giornalista Nando Santonastaso, sono stati affrontati vari temi: in primis l'accordo con il Parco archeologico di Pompei che ha portato, tra l'altro, nella cittadella dell'oro la splendida esposizione "Ornamenta: i gioielli della Campania da Pompei alla contemporaneità", e la presentazione della Tarì Business Academy. Proprio parlando dell'Academy, l'incubatore di idee e imprese giovani che accompagnerà per un anno i giovani gioiellieri in un percorso di autoimprenditorialità, Ventre ha spiegato i motivi della sua nascita: «Stiamo cercando, come Università Federico II, di unire la ricerca, l'innovazione con le eccellenze del territorio in modo che possano produrre risultati incredibili. Così come abbiamo iniziato un percorso per valorizzare i risultati della ricerca in termini di trasferimento tecnologico verso le imprese ma anche nella creazione di nuove imprese, è venuto quasi naturale capire che potevamo fare la stessa cosa andandoci ad affiancare come ecosistema legato al mondo della ricerca un ecosistema incredibilmente dinamico e ricco come quello del Tarì».

A illustrare nei dettagli il piano operativo dell'Academy è stato Massimo Varrone, direttore generale Campania New Steel, incubatore di imprese: «Oggi parte operativamente questa nostra attività con la possibilità di cominciare a selezionare le varie attività di scouting, quindi a stimolare il contesto a candidare delle proprie idee di impresa. A chi si candida in forza di una competenza tecnica particolare, trasferiamo elementi di managerialità, ne verifichiamo la fattibilità economica e lo facilitiamo con il percorso che abbiamo immaginato e poi ne facilitiamo anche la connessione sia con l'ambiente di riferimento interno, che è il Tarì, sia con tutto l'ambiente di riferimento esterno. Chi ha una grande creatività e non sa come organizzarla in impresa c'è un riferimento che è l'Academy che dà le linee guida».

La responsabile dell'ufficio mostre del Parco Archeologico di Pompei, Silvia Martina Bertesago, ha parlato dei termini dell'accordo con il Tarì e dell'esposizione "Ornamenta". L'accordo vede il sostegno del Tarì in attività di valorizzazione, conservazione e indagini gemmologiche su alcuni reperti conservati a Pompei e dall'altro l'impegno scientifico del Parco nella realizzazione di due progetti volti a rinforzare il dialogo tra antico e contemporaneo: una mostra e un percorso formativo dedicato agli allievi della scuola orafa. «L'ultimo punto dell'accordo con il Tarì ha sottolineato - riguarda proprio un progetto formativo che parte dalla mostra e dal percorso di riflessione sul gioiello e che vedrà l'intervento da parte nostra con alcuni seminari dedicati alla storia del gioiello, alle tecniche di realizzazione che sarà alla base di un concorso di idee cui si potrà partecipare per concepire un nuovo progetto ispirato all'antichità e ai gioielli antichi. Nelle prossime settimane sarà pubblicato un bando».

Loredana Prosperi, direttrice dell'Istituto gemmologico italiano ha descritto la sua emozione nell'analizzare da vicino i gioielli provenienti da Pompei: «Per un attimo ho immaginato una donna di quel tempo mentre indossava quei monili». Ciro Paolillo, professore esperto di gemmologia investigativa, ha ricordato la sua esperienza con il tesoro di San Gennaro. Il padrone di casa, Vincenzo Giannotti, presidente del Tarì, che ha aperto l'incontro, si è mostrato entusiasta dell'evento: «Ho pensato per molto tempo che possa esistere un gene, nel Dna dei nostri gioiellieri, che provenga da un passato tanto lontano, e che possa essersi tramandato nei secoli fino alle moderne generazioni. Questa occasione offre lo spunto per tracciare un filo di continuità tra passato e presente, e per sottolineare il profondo legame che la straordinaria arte della gioielleria napoletana ha con il territorio altrettanto straordinario che la accoglie». Inoltre, stimolato dal conduttore sulla esperienza trentennale del Tarì ha sottolineato: «Trenta anni fa, quando è nato, il Tarì aveva una visione avanzata e oggi possiamo tranquillamente affermare che il Tarì è ancora avanti ed è sempre lungimirante».
 

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Il Mattino