«I giovani creativi del Tarì di Marcianise assunti da Bulgari: così diamo valore al talento»

L'intervista a Vincenzo Giannotti, presidente del centro orafo di Marcianise

Vincenzo Giannotti è presidente del Tarì
Presidente Giannotti, i primi 13 allievi della Scuola di design del Centro Orafo Tarì di Marcianise sono stati assunti nella prestigiosa Manifattura Bulgari di Valenza: se...

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Presidente Giannotti, i primi 13 allievi della Scuola di design del Centro Orafo Tarì di Marcianise sono stati assunti nella prestigiosa Manifattura Bulgari di Valenza: se lo aspettava?


«Mi lasci intanto ricordare che Tads, Tarì Design School, è dal 1991 la scuola di formazione del Centro Orafo il Tarì risponde il presidente Vincenzo Giannotti e da allora è sempre stato un vero e proprio laboratorio creativo in cui le idee degli studenti, dei docenti e dei designer danno vita a creazioni e progetti sempre nuovi. Tutti i corsi promossi dal Tads, da quelli in Arte Orafa, Gemmologia, di orologiaio fino a quelli in incastonatura al microscopio di pietre preziose, non sono solo pura teoria, ma soprattutto pratica. Con queste premesse era pressoché inevitabile l'incontro con Manifattura Bulgari».

Parliamo di un colosso che prevede di arrivare a 1.400 assunti nel 2028.
«Esattamente. Ed è proprio nell'ambito di questo piano di assunzioni che, da pochi giorni sono entrati a far parte dell'organico della Manifattura di Valenza i 13 nuovi artigiani specializzati nelle arti dell'oreficeria, grazie al percorso di studi seguito presso il Tarì Design School. Giovani che, seppur stipendiati, inizieranno il loro percorso professionale con una formazione interna all'Azienda della durata di quattro mesi, avendo come docenti i Maestri artigiani della Bulgari Jewellery Academy. Il percorso formativo durerà circa un anno: al termine, gli studenti saranno pronti per entrare nel mondo del lavoro e i migliori potranno essere assunti proprio da Bulgari».

Dalla formazione all'occupazione, è un segnale importante per i giovani del Sud.
«Senza alcun dubbio. La formazione è sempre stata il fiore all'occhiello del Tarì e oggi più che mai la Scuola orafa rappresenta il passaporto per il futuro delle aziende insediate. La lungimiranza che permise, ormai 30 anni fa, la costituzione di una straordinaria e innovativa realtà dedicata alla formazione, si è rivelata vincente. Oggi la Scuola orafa del Tarì è punto di riferimento nazionale per grandi aziende e vanta prestigiose collaborazioni».

Siete non a caso impegnati in una serie di progetti, con quale obiettivo?
«Viviamo con forte senso di responsabilità le nuove sfide: proprio per la nostra natura, puntiamo a condividere progettualità con università, grandi aziende, mondo associazionistico e territorio. La mia filosofia è che da tavoli inclusivi e aperti al dialogo non possano che nascere idee e opportunità per diffondere una nuova cultura d'impresa e favorire la crescita di competenze occupazionali».

In concreto?
«A breve verrà presentato un importante accordo di collaborazione del Tarì con l'Università Federico II, che stabilisce le basi del trasferimento di competenze ed esperienze e a seguire verrà dato inizio alla strutturazione del modello organizzativo di un incubatore di start up innovative che abbiamo già impostato».

C'entra la Apple Academy?
«Proprio così. Il rapporto di collaborazione è già iniziato. Sta per prendere il via al Tarì un vero e proprio Hub di idee e strumenti innovativi su tre direttrici: organizzazione, sostenibilità e comunicazione digitale, a beneficio delle aziende orafe e di tutto il distretto industriale del territorio».

Bulgari che chiama il Tarì che segnale è per i giovani del Sud?
«È il frutto di una sinergia in atto da molti anni e non a caso la nascita della nuova Scuola di Bulgari è l'ulteriore dimostrazione di quanto sia stato apprezzato il nostro modello organizzativo. Ma l'obiettivo principale del Tarì resta la crescita delle aziende insediate: da esse arrivano sempre più richieste di inserire le loro giovani generazioni in percorsi di formazione professionale completi, con al centro sempre più le competenze manageriali».

Il 2022 del settore orafo italiano è andato bene, cosa c'è ora dietro l'angolo?


«Le aziende orafe crescono e per farlo hanno necessità di puntare su due forme di investimento: l'innovazione e i giovani. L'esperienza del Tarì insegna che la migliore strategia è quella che guarda al futuro, con una prospettiva di medio-lungo termine. Per questo il Tarì è un eccezionale incubatore naturale di imprese. Qui la formazione, le competenze, la stessa collocazione in area Zes rappresentano degli eccezionali facilitatori per aziende giovani, o in espansione. Il Tarì è stato il primo Centro produttivo di eccellenza nel mondo della gioielleria italiana e ha fatto scuola: oggi oltre il 60% delle aziende presenti da noi è impegnato nella produzione di gioielli».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino