Mirko, scomparso sette giorni fa e ritrovato cadavere con gola tagliata

Mirko, scomparso sette giorni fa e ritrovato cadavere con gola tagliata
Il corpo è supino, sul pavimento di cemento al secondo piano di uno stabile industriale dove il Comune di Teano avrebbe dovuto collocare una scuola. Il ragazzo giace con lo...

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Il corpo è supino, sul pavimento di cemento al secondo piano di uno stabile industriale dove il Comune di Teano avrebbe dovuto collocare una scuola. Il ragazzo giace con lo sguardo sbarrato verso il nulla. Fissa il soffitto senza vederlo. Sul collo c'è del sangue rappreso che disegna i contorni di una ferita. La pozza intorno alla testa è ormai densa. A poca distanza dal cadavere c'è una motosega. Il ragazzo è morto da un giorno o due, forse di più. La scena, ai primi che varcano il palazzo abbandonato, appare chiara. È quella di un delitto. Il luogo in cui si è consumato un omicidio efferato, dove ha agito un feroce assassino. Ma non sempre le cose sono come sembrano. Il ragazzo viene identificato immediatamente. È Mirko Ruggiero, trent'anni, cuoco, residente a Vairano Patenora. Di lui si sono perse le tracce giovedì scorso. Il padre, Antonio, è un imprenditore di successo del mondo della ristorazione titolare della catena «Il re del baccalà». Giovedì il ragazzo non è tornato a casa e, il giorno dopo, i genitori si sono presentati dai carabinieri. E sono iniziate le ricerche: amici, parenti, semplici conoscenti hanno tentato di aiutare la famiglia di Mirko. Così è iniziato il tam tam sul web, gli appelli anche in tv, nella speranza che qualcuno sapesse che fine avesse fatto Mirko, che potesse aiutarli a ritrovarlo. E proprio grazie a una di quelle foto pubblicate in rete qualcuno ieri mattina ha riconosciuto la macchina di Mirko. L'auto era parcheggiata per strada, vicino a un sentiero di campagna in località Collina a Teano, a poca distanza dallo stabile in quattro piano abbandonato dal Comune anni fa. Il passante ha chiamato i Ruggiero, d'altronde sono conosciutissimi. Poco dopo, sul posto si è armato lo scenario tipico di casi del genere. Sono arrivati i carabinieri, gli uomini del reparto scientifico. Il medico legale. Infine i parenti.

 

E sono iniziati gli interrogatori. Di conoscenti e amici, familiari. Straziati, la madre, il padre e il fratello di Mirko hanno raccontato che da qualche tempo sì, il ragazzo era in cura per problemi depressivi. Che, ancora, aveva anche preso degli psicofarmaci. Ma che no, Mirko non aveva mai provato a farsi del male. E poi la motosega. Un'arma così insolita per un suicida. Così poco maneggevole, dagli effetti devastanti. Sembra impossibile che qualcuno possa decidere di darsi la morte in maniera tanto dolorosa. Eppure, la pista principale per il giallo di Teano è proprio quella del suicidio. Qualcuno, riferiscono fonti investigative, ha detto che Mirko quella motosega l'ha comprata la settimana scorsa. Circostanza che però i suoi familiari ignoravano. Indagano i carabinieri della compagnia di Capua, diretti dal capitano Francesco Mandia, e della stazione di Teano, coordinati dal maresciallo Tommaso Forziati. Stanno scavando nella vita di Mirko. Ha un solo precedente, risale al 2004, all'epoca era minorenne e fu accusato di lesioni. Successivamente di guai con la legge non ne ha più avuti. Fu quindi l'errore di un adolescente. Ma aveva altri problemi, storie sulle quali la Procura di Santa Maria Capua Vetere intende far luce. L'autopsia sarà eseguita all'istituto di medicina legale di Caserta nei prossimi giorni. Per ora c'è una morte misteriosa e il dolore per una giovane vita che si è spezzata in modo atroce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino