Il corpo è supino, sul pavimento di cemento al secondo piano di uno stabile industriale dove il Comune di Teano avrebbe dovuto collocare una scuola. Il ragazzo giace con lo...
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E sono iniziati gli interrogatori. Di conoscenti e amici, familiari. Straziati, la madre, il padre e il fratello di Mirko hanno raccontato che da qualche tempo sì, il ragazzo era in cura per problemi depressivi. Che, ancora, aveva anche preso degli psicofarmaci. Ma che no, Mirko non aveva mai provato a farsi del male. E poi la motosega. Un'arma così insolita per un suicida. Così poco maneggevole, dagli effetti devastanti. Sembra impossibile che qualcuno possa decidere di darsi la morte in maniera tanto dolorosa. Eppure, la pista principale per il giallo di Teano è proprio quella del suicidio. Qualcuno, riferiscono fonti investigative, ha detto che Mirko quella motosega l'ha comprata la settimana scorsa. Circostanza che però i suoi familiari ignoravano. Indagano i carabinieri della compagnia di Capua, diretti dal capitano Francesco Mandia, e della stazione di Teano, coordinati dal maresciallo Tommaso Forziati. Stanno scavando nella vita di Mirko. Ha un solo precedente, risale al 2004, all'epoca era minorenne e fu accusato di lesioni. Successivamente di guai con la legge non ne ha più avuti. Fu quindi l'errore di un adolescente. Ma aveva altri problemi, storie sulle quali la Procura di Santa Maria Capua Vetere intende far luce. L'autopsia sarà eseguita all'istituto di medicina legale di Caserta nei prossimi giorni. Per ora c'è una morte misteriosa e il dolore per una giovane vita che si è spezzata in modo atroce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino