Lesione dell’arteria femorale e frattura dell’osso. Il colpo, a distanza ravvicinata, poteva ucciderlo. Fortunatamente è vivo e se la caverà. È...
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Il cadavere, che sembra quello di un ragazzo di un’età compresa tra i venti e i venticinque anni, potrebbe essere di un italiano o di uno slavo. Pelle chiarissima, con indosso un paio di jeans strappati in più punti. Graffi sia sulle gambe che sulla faccia. Tagli sul busto e ferite da d’arma da fuoco. All’arrivo dei carabinieri, il corpo era già nella fase di rigor mortis. Ciò significa che il decesso potrebbe risalire anche a ventiquattro ore prima della tragica scoperta. E quindi non si può escludere che sia avvenuto in concomitanza con l’aggressione subita dal trentenne che ha raccontato di essere stato ferito da due stranieri dopo aver reagito a una rapina.
Tutto è accaduto a Teverola, centro alle porte di Aversa, tra via Campanello e l’area retrostante la scuola media Ungaretti. Il ragazzo di trent’anni è stato ricoverato d’urgenza, nella notte di mercoledì, al Cardarelli di Napoli. Nato in Brasile da genitori italiani, vive a Casapesenna ed è stato ferito da un colpo di pistola intorno alle due della notte tra mercoledì e ieri.
Il suo racconto, confermato dalla fidanzata che sembra fosse con lui in macchina al momento dei fatti, parla di una rapina finita nel sangue. A quanto pare, i due ragazzi stavano percorrendo in auto via Campanello quando sono stati avvicinati da due persone col volto coperto da sciarpe e con accento straniero. Secondo la denuncia, i due hanno puntato una pistola contro la coppia intimando ai due di consegnare soldi e cellulari. Il ragazzo ha detto di aver pensato che l’arma fosse finta, così ha cercato di reagire. A quel punto, uno dei due malviventi non ci ha pensato su due volte prima di fare fuoco. Il proiettile ha centrato il malcapitato alla gamba destra: tra le urla terrorizzate della fidanzata, i due avrebbero comunque trovato il tempo per prendere il telefonino della vittima. Solo dopo, sono fuggiti a piedi attraverso le campagne. Di lì a poco, le vittime hanno chiamato i soccorsi e sono poi arrivate all’ospedale «Moscati» di Aversa. Nonostante fosse sotto choc, la ragazza, una trentenne, non era ferita, mentre il giovane è stato trasferito d’urgenza al «Cardarelli» di Napoli per essere sottoposto a un intervento chirurgico finalizzato all’estrazione del bossolo.
Intanto di ciò che era appena accaduto sono stati avvisati i carabinieri del Reparto territoriale di Aversa. Il primo passo è stato il sopralluogo in via Campanello dove i ragazzi hanno riferito di essere stati aggrediti. Lungo la strada è stato trovato un bossolo. Pochi elementi insieme a un dettaglio riferito dai due ragazzi: gli aggressori erano stranieri. Poi ieri pomeriggio, il ritrovamento del cadavere a pochi passi dal luogo della sparatoria ha finito di ingarbugliare il mistero. Che si è sommato alla scomparsa di un ucraino di 23 anni da San Marcellino. I carabinieri del Reparto territoriale di Aversa, agli ordini del tenente colonnello Antonio Forte e coordinati dalla procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, stanno lavorando su più fronti. Nel sospetto che gli episodi potrebbero essere collegati. Oggi le vittime saranno riascoltate: passata la fase di choc, dovrebbero ricordare altri particolari utili alle indagini. E capire se il ragazzo ritrovato morto e il ferimento del trentenne siano collegati.
Quella di ieri è stata una giornata drammatica per il Casertano. In serata, infatti, il corpo senza vita di un anziano imprenditore è stato ritrovato nell’azienda agricola di famiglia, a Villa Literno. Il cadavere di Sebastiano Mastrominico era sul gancio del rimorchio di un mezzo agricolo, come seduto, con una corda al collo. Indagano i carabinieri di Casal di Principe, coordinati dal capitano Simone Calabrò. La tesi del suicidio sembra molto debole. L’impiccagione potrebbe essere stata inscenata. Per ora è giallo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino