Tragedia al Luna park, giostraio muore folgorato mentre lavora

Tragedia al Luna park, giostraio muore folgorato mentre lavora
«Altro giro, altra corsa». Erano quasi 4 mesi che non pronunciava questa frase. E non vedeva l'ora. Lo avrebbe fatto ieri sera, interrompendo la sosta più...

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«Altro giro, altra corsa». Erano quasi 4 mesi che non pronunciava questa frase. E non vedeva l'ora. Lo avrebbe fatto ieri sera, interrompendo la sosta più lunga: pure la vita dei giostrai si è dovuta piegare all'emergenza. Ma qualcosa è andato storto e, prima che si riaccendessero le luce del luna park, per lui è risuonato il tintinnio dell'ultima corsa. Ieri poco dopo le 16 Jeson Zara, 23 anni, originario di Dugenta, è rimasto folgorato dall'alta tensione mentre allestiva la pista dell'autoscontro a Recale, in provincia di Caserta. Pare che stesse armeggiando con la cabina elettrica sul ciglio della strada, quando una scossa fortissima l'ha tramortito, non lasciandogli scampo. Dopo il tentativo di familiari e colleghi di prestargli i primi soccorsi, il 23enne è stato trasportato all'ospedale di Marcianise: lì i medici hanno provato a rianimarlo, confidando sulla sua tempra e sulla giovane età. Niente da fare: Jeson sarebbe arrivato al presidio di via Santella in fin di vita o, forse, già morto. Saranno i carabinieri della stazione di Macerata, titolari delle indagini, a chiarire questo particolare, che non modifica, tuttavia, l'esito fatale. Sulla vicenda la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha aperto un fascicolo, al momento, contro ignoti per omicidio colposo.


Le giostre stanziavano sul terreno in cui si è verificato il dramma da giorni; erano state richieste le autorizzazione al Comune, erano state eseguite le sanificazioni previste dai protocolli; era tutto pronto, insomma. Il loro arrivo era previsto per i primi di giugno, in concomitanza della festa di Sant'Antimo. Il Covid-19, però, ha stravolto anche una tradizione secolare come quella del Giglio, bloccando i festeggiamenti e pure il programma dei giostrai, i quali, però, avevano deciso di non rinunciare, seppur in ritardo, alla tappa di Recale. Jeson era uno di loro, uno sempre in giro, da Nord a Sud.


D'altronde, è il loro destino: i giostrati crescono di città in città, di parcheggio in parcheggio. Non è facile, con la scuola, con le amicizie, con gli affetti, con quei pregiudizi duri a morire. In compenso, tanta libertà e una vita sempre in festa. Forse, per questo non aveva provato a cambiare strada, a cambiare vita. Qualcosa, però, di stabile lo aveva: la moglie, Darlene Suffer, giostraia anche lei; si erano sposati 8 mesi fa, a coronamento di una relazione solida e duratura. Insieme, tanti chilometri, tanti progetti, tanti sogni sfumati in quell'ultima corsa.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino