«Altro giro, altra corsa». Erano quasi 4 mesi che non pronunciava questa frase. E non vedeva l'ora. Lo avrebbe fatto ieri sera, interrompendo la sosta più...
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Le giostre stanziavano sul terreno in cui si è verificato il dramma da giorni; erano state richieste le autorizzazione al Comune, erano state eseguite le sanificazioni previste dai protocolli; era tutto pronto, insomma. Il loro arrivo era previsto per i primi di giugno, in concomitanza della festa di Sant'Antimo. Il Covid-19, però, ha stravolto anche una tradizione secolare come quella del Giglio, bloccando i festeggiamenti e pure il programma dei giostrai, i quali, però, avevano deciso di non rinunciare, seppur in ritardo, alla tappa di Recale. Jeson era uno di loro, uno sempre in giro, da Nord a Sud.
D'altronde, è il loro destino: i giostrati crescono di città in città, di parcheggio in parcheggio. Non è facile, con la scuola, con le amicizie, con gli affetti, con quei pregiudizi duri a morire. In compenso, tanta libertà e una vita sempre in festa. Forse, per questo non aveva provato a cambiare strada, a cambiare vita. Qualcosa, però, di stabile lo aveva: la moglie, Darlene Suffer, giostraia anche lei; si erano sposati 8 mesi fa, a coronamento di una relazione solida e duratura. Insieme, tanti chilometri, tanti progetti, tanti sogni sfumati in quell'ultima corsa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino