Caserta: stadio del nuoto troppo rumoroso, condomini in tribunale

Sotto accusa le pompe di calore installate nell'impianto: "Di notte non possiamo dormire"

Il condominio che si affaccia sullo stadio del nuoto
«Pompe di calore troppo rumorose, qui non si dorme più». Prosegue in via Laviano la protesta dei cittadini che vivono nel palazzo adiacente lo stadio...

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«Pompe di calore troppo rumorose, qui non si dorme più». Prosegue in via Laviano la protesta dei cittadini che vivono nel palazzo adiacente lo stadio provinciale del nuoto. Ieri mattina l'incontro con il presidente dell'Agis, l'Agenzia che gestisce l'impianto per conto della Provincia di Caserta, che tuttavia si è concluso con un nulla di fatto.

Troppo divergenti le posizioni delle parti in causa. Per i condomini l'unica soluzione è infatti il ripristino delle vecchie caldaie, attive in precedenza, oppure lo spostamento delle pompe di calore in un luogo che sia distante dalle case, come nel grande parcheggio della piscina, che è più lontano dalle abitazioni. Due soluzioni che per il presidente dell'Agis, Giuseppe Guida, non sono purtroppo praticabili, per ragioni tecniche ed economiche. «Le pompe sono state installate laddove c'è il locale caldaie spiega - spostare le pompe altrove significherebbe spostare l'intero impianto e ciò comporterebbe costi davvero proibitivi per l'Agis, una soluzione dispendiosa che peraltro potrebbe anche non garantire il risultato sperato». Il presidente invoca ragioni economiche anche per la scelta del macchinario: «Con le caldaie, prima dei rincari, spendevamo tra i 25 e i 30mila euro al mese, oggi con i rincari le caldaie ci costerebbero 50mila euro al mese. Con le pompe di calore non superiamo invece i 10mila euro al mese, praticamente meno della metà, e in più possiamo sfruttare anche i pannelli fotovoltaici montati sui tetti della piscina».

Poi le proposte: «Nel corso dell'incontro ho spiegato ai cittadini che entro martedì sarà ultimata l'installazione delle lamiere coibentate che copriranno tutti e tre i lati dell'impianto. Sono certo che in questo modo sarà possibile attenuare di molto il rumore, inoltre faremo riparare anche una delle tre vecchie caldaie che potremmo accendere magari solo di notte, nelle stagioni più fredde, al posto delle pompe, per non disturbare il sonno dei residenti, fermo restando che nel periodo compreso tra maggio e settembre, quando le temperature saranno più clementi, le pompe di notte resteranno comunque spente». Le proposte del presidente dell'Agis non sembrano aver convinto i residenti che di contro hanno replicato: «Siamo più che certi che i pannelli insonorizzanti non risolveranno il problema dell'inquinamento acustico fanno notare Antonio Siragusa e Ciro Buonaurio, entrambi portavoce del condominio - ciò perché malgrado l'intervento sia iniziato, noi continuiamo a percepire il rumore con la stessa intensità di prima. Comprendiamo le difficoltà economiche dell'Agis ma restiamo dell'avviso che la salute dei cittadini sia l'elemento prioritario. In questo condominio vivono circa venti famiglie, tra cui anche molti anziani e bambini, ma anche persone malate, che da circa un anno ormai subiscono gravi disagi perché le pompe sono attive ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette».

I residenti sono apparsi scettici anche in merito all'opzione di spegnere le pompe nei mesi estivi, compatibilmente con le condizioni climatiche. Da qui la decisione di portare avanti l'iter legale avviato nel marzo del 2022 e soprattutto di depositare una richiesta di accesso agli atti per avere lumi sui provvedimenti autorizzativi ottenuti dall'Agis per l'installazione dell'impianto.


«Dispiace la chiusura di queste famiglie ha concluso il presidente Guida nei confronti delle quali l'Agis ha fornito la massima disponibilità. La prossima settimana una ditta esterna effettuerà una perizia per verificare se il rumore prodotto dalle pompe supera i decibel previsti per legge. Indipendentemente da quelli che saranno i risultati, sono pronto ad incontrare nuovamente i residenti del condominio per constatare gli effetti delle barriere contenitive».
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Il Mattino