Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Sono sette le persone indagate con l’accusa d’essersi insinuate nei circuiti dell’assistenzialismo...
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PERQUISIZIONI
Poco dopo le otto di ieri mattina, i militari del comando provinciale di Caserta hanno iniziato le perquisizioni e le acquisizioni di atti con la notifica dei decreti alle persone sottoposte alle indagini. Le attività hanno riguardato l’ex Canapificio, quartier generale del Comitato Centro Sociale, alcuni uffici del Comune di Caserta e gli appartamenti in cui sono alloggiati i migranti che beneficiano dei progetti Sprar. Gli alloggi, una ventina, si trovano per lo più sul territorio di Caserta, un paio sono invece a San Nicola la Strada. Nel corso dei controlli eseguiti ieri non sono emerse problematiche di natura igienico-sanitaria né criticità strutturali per cui la sistemazione dei migranti sarebbe gestita nel rispetto dei parametri stabiliti. I controlli riguardano però anche la verifica sui migranti presenti al momento degli accessi e l’idoneità dei locali al numero di ospiti alloggiati. L’Italia, prima del Dl sicurezza e immigrazione che ha ridotto i finanziamenti allo Sprar, spendeva in media 2,6 milioni di euro al giorno per l’accoglienza. Denaro che serve a pagare gli affitti dei centri, i servizi e soprattutto i dipendenti. Ai richiedenti asilo vanno 2,5 euro al giorno.
IL BUSINESS
A Caserta erano 110 inizialmente gli stranieri inseriti nel progetto Sprar, ma la disponibilità data è di 200. Il bando del Ministero ha durata triennale ed è stato affidato nel 2017. Oltre al vitto e all’alloggio prevede una serie di attività che inseriscano il migrante in percorsi di istruzione, formazione e assistenza finanziate dall’Unione Europea e dal Ministero. Due milioni e mezzo di euro all’anno per tre anni, per un totale di 7 milioni e mezzo l’importo destinato al progetto. Denaro che viene impiegato per coprire i costi di formazione, dunque, affidati ad entità terze rispetto a quella cui è affidato il bando. Scuole di lingua, istituti di formazione professionale, sono solo alcuni dei destinatari finali dei fondi stanziati per l’accoglienza e l’integrazione. La Procura indaga proprio su questi passaggi di denaro, ritenendo che quanto dichiarato agli atti dal Comune e dal Comitato possa non corrispondere ai servizi effettivamente erogati a favore dei migranti.
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Il Mattino