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Si conclude con tre assoluzioni e una condanna che definire «morbida» è eufemistico il processo al presunto mago della truffa di Aversa, il broker Luigi Fiordiliso. Due sere fa il tribunale di Napoli Nord ha emesso la sentenza in seguito a un dibattimento durato diversi anni e per fatti accaduto anche dieci anni fa. Ed è stato proprio il fattore «tempo» a orientare le decisioni del tribunale visto che Gino Fiordiliso, condannato a un anno e sei mesi con pena sospesa per esercizio abusivo della professione finanziaria, ma assolto per tutte le contestazioni relative alla truffa per insussistenza del fatto. Fiordiliso è stato rappresentato dall’avvocato Filippo Trofino.
Assolti perché «il fatto non costituisce reato» la moglie del broker, Clementina Della Volpe e Marcello Fiordiliso, che rispondevano di riciclaggio. Toccherà attendere i canonici novanta giorni per leggere le motivazioni del verdetto, tuttavia è facile ipotizzare che il tribunale abbia sostanzialmente accolto la tesi difensiva tratteggiata dagli avvocati che hanno difeso moglie e figlio di Fiordiliso, i penalisti Paolo Trofino e Alfredo Marrandino, secondo i quali gli imputati non avevano consapevolezza che il denaro da loro maneggiato potesse provenire da un giro di truffe, commesse - secondo l’accusa - dal loro congiunto.
Controversa e lunga, oltre che di grande impatto sociale, la vicenda Fiordiliso. Più di cento i clienti del broker che si sono detti truffati dal broker aversano che avrebbe usato lo schema Ponzi, la cui forza era nell’elevato numero di soggetti e quindi di investitori coinvolti.
Pur non avendo alcun mandato da società autorizzate, il broker dal 2009 al 2014 avrebbe operato insieme al cognato come promotore finanziario e, prospettando lauti guadagni, tramite investimenti in titolo sul petrolio e sul rame, inducevano le vittime a consegnare i loro risparmi per una cifra complessiva superiore ai tre milioni di euro. Durante il dibattimento, durato 5 anni, il pm è più volte cambiato. Il processo si è dibattuto dinanzi alla II sezione penale del collegio B del tribunale di Napoli Nord presieduto da Giuseppe Cioffi. C’è comunque un secondo processo in corso, prosecuzione del primo, da poco iniziato, con le stesse contestazioni e in un’accusa di bancarotta fraudolenta. In questo ambito, tre anni fa, furono sequestrati a Fiordiliso beni per tre milioni di euro.
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