Sant'Antimo. La sua giustificazione, l’essersi armato «per paura», non è servita ad alleggerire il quadro accusatorio che da mercoledì lo tiene...
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«Mio suocero ha tentato di uccidermi nella cucina di casa sua: ha sparato contro un colpo e Stefania gli ha spostato il braccio all’ultimo momento, il proiettile è uscito dalla finestra: le devo la vita, come avrei potuto ucciderla?» ha detto ieri al gip. E, ancora, ci sarebbe un video del quale hanno parlato i familiari dell’indagato, riferendone l’esistenza anche all’avvocato che difende il 33enne. Il padre di Stefania deteneva due pistole legalmente, perché è addetto alla tutela personale di alcuni esponenti del consiglio regionale, armi che gli sono state tolte dopo l’omicidio. Il video, sostiene la difesa, mostrerebbe il nonno dare una di quelle pistole in mano al nipotino e dire «Spara a papà»; il piccolo, sempre secondo quanto hanno riferito i parenti di D’Aponte, impugna l’arma e mima come a premere il grilletto. «Poi dice “bam bam”». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino