Universiadi, il castello liberato da erba e rovi per accogliere gli atleti

Universiadi, il castello liberato da erba e rovi per accogliere gli atleti
Partirà nella prima decade di luglio lo scavo archeologico nel castello di Casertavecchia, questa volta sotto l'egida del ministero dei beni culturali. Due settimane di...

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Partirà nella prima decade di luglio lo scavo archeologico nel castello di Casertavecchia, questa volta sotto l'egida del ministero dei beni culturali. Due settimane di lavoro intenso per scoprire, svelare, far conoscere le ricchezze del maniero casahirtano. Effettuate ieri operazioni di pulizia e taglio dell'erba che consentiranno la ripresa, a breve, delle attività di scavo da parte di studenti e archeologi dell'Università Vanvitelli.

 
L'iniziativa fa seguito al campus del dipartimento di Lettere e beni culturali tenutosi, nello stesso periodo, lo scorso anno. Frutto di un protocollo di intesa tra il comune di Caserta, il dipartimento e la Soprintendenza archeologica di Caserta, l'accordo prevede la valorizzazione del borgo medievale, con particolare riferimento al castello. Quest'ultimo - come sottolineato da Nicola Busino, docente di Archeologia della tarda antichità e dell'alto medioevo all'Università Vanvitelli, in un suo studio - non è mai stato fatto oggetto di scavi puntuali e sistematici. Tra le operazioni di recupero e valorizzazione del monumento vanno citate le attività del 1972 per un campo internazionale promosso da una sezione ausiliaria della protezione civile guidata allora da Roberto Forlani; si trattò essenzialmente di attività di rimozione di crolli e le attività si concentrarono nell'ala orientale del castello (dov'è il cosiddetto palatium), nell'area meridionale e (in parte) in quella occidentale.

Oltre alla documentazione fotografica delle operazioni effettuate, fu realizzata in quell'occasione una planimetria del complesso monumentale, con indicazione delle aree d'intervento; emersero in quella occasione alcune «sfere di pietra», probabilmente dei proiettili. Furono trovati manufatti ceramici, che furono schedati e conservati in un ambiente chiuso e riadattato come sala di esposizione. A cavallo tra gli anni '80 e i '90 il settore orientale fu ampiamente restaurato con integrazioni degli alzati con tufo peperino grigio di tonalità diversa da quella originaria. Fu in quella occasione che emersero alcuni elementi dell'arredo architettonico interno del palatium e tra questi pilastri in pietra piperina, una scala esterna che conduceva agli ambienti superiori ed una loggia a sbalzo. Mancarono i fondi e il restauro si fermò al solo ripristino della spazialità interna del primo livello. Altri interventi eseguiti alla fine del secolo scorso hanno riguardato gli ambienti posti a sud-ovest, nonché due torri disposte rispettivamente sui lati nord-est e orientale.


«Entro il mese di luglio spiega Domenico Maietta consigliere comunale di zona partirà l'illuminazione interna del castello. La soprintendenza guidata da Salvatore Buonomo ci ha chiesto una integrazione progettuale con un'illuminazione fatta di fasci morbidi di luce naturale. Consegneremo tutta la documentazione la prossima settimana. Ripristineremo anche i quattro fari di illuminazione esterna che furono rotti nei mesi scorsi da mani ignote di gente che non ha né rispetto per il borgo né per la cosa pubblica. L'iniziativa più interessante per tutti è lo scavo che sarà guidato dal professore Nicola Busino e che vedrà, per due settimane, lavorare nell'antico complesso termale specializzandi, archeologici e docenti della Vanvitelli. L'angolo termale del castello che ritornò alla luce, lo scorso anno, dopo le pulizie che facemmo realizzare, sarà al centro degli studi di quest'anno. Abbiamo riacceso i riflettori sul borgo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino