Vendetta contro il killer-pentito, assolto Schiavone «Sandokan»

Vendetta contro il killer De Simone, assolto Schiavone «Sandokan»
Trentola Ducenta. Il sicario indossava un paio di occhiali scuri e in mano impugnava un Kalashnikov: fece fuoco sporgendosi dal finestrino dell’auto: un centinaio di colpi...

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Trentola Ducenta. Il sicario indossava un paio di occhiali scuri e in mano impugnava un Kalashnikov: fece fuoco sporgendosi dal finestrino dell’auto: un centinaio di colpi che uccisero, in via Circumvallazione a Trentola Ducenta, Aldo De Simone, fratello di Dario, quest’ultimo sicario del clan dei Casalesi, fedelissimo di Francesco Schiavone «Sandokan». Dario De Simone, però, messo alle strette in carcere al 41 bis, si pentì e disse subito: «Ho commesso 98 omicidi». Il clan, prontamente si vendicò. Uccidendo prima Aldo De Simone il 7 agosto del 1996, durante una mattina rovente d’estate. E, subito dopo, il 27 agosto dello stesso anno, il genero di «Dariuccio o'curto», Rodolfo Previdente che fu massacrato davanti agli occhi della fidanzata. «Voltati», dissero i killer alla ragazza. E fecero fuoco come in una esecuzione.


Erano trascorsi appena sei mesi dalla notizia trapelata del pentimento di Dario «u’curto», capozona di Trentola Ducenta. Ieri, però, i giudici della corte di Assise di Appello di Napoli hanno assolto per non aver commesso il fatto il «capo dei capi»: Francesco Schiavone «Sandokan». Sono state confermate le condanne, invece, per Luigi De Vito a 25 anni, con pena rideterminata, e per Antonio Fusco a 27 anni. Ergastolo, infine, confermato per Giuseppe Cristofaro per i due delitti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino