CASERTA - Il dolore è racchiuso in un fazzoletto di poco più di un chilometro di stradine. Le case del lutto sono tutte vicine, tra lo stadio e i margini del...
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A un tiro di schioppo da Marcianise abitava anche la seconda vittima, Roberto Mottola, 36 anni. La sua casa è in via Cavour 10, territorio di Capodrise, ma proprio al confine. Roberto era sposato da sette anni con la sua Filomena. Hanno già un bimbo di tre anni, ma sua moglie è di nuovo incinta. Al quarto mese. Ora le sue urla strazianti arrivano fino in strada, mentre nel cortile dell’abitazione si affollano i parenti in lacrime. Famiglia affiatata e piena di dignità. Ma che adesso chiede giustizia. «Ci devono dire come è andata davvero, vogliamo la verità», dice papà Tobia, sorriso gentile, sguardo perso nel vuoto, sotto choc. Accanto a lui c’è Luigi, il fratello di Roberto, ultimo di quattro figli. Loro sono originari di Lusciano, nell’agro aversano. E poi c’è zio Gennaro, pieno di collera: «Lo abbiamo saputo dal telegiornale – sottolinea – solo nel pomeriggio sono venuti due agenti di polizia che ci hanno detto di andare all’ospedale di Napoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino