Ad Art Basel protagoniste le grandi gallerie napoletane

Ad Art Basel protagoniste le grandi gallerie napoletane
Riparte il settore fieristico dell'arte moderna e contemporanea con l'appuntamento più atteso per collezionisti e galleristi di mezzo mondo: Art Basel, che conclude...

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Riparte il settore fieristico dell'arte moderna e contemporanea con l'appuntamento più atteso per collezionisti e galleristi di mezzo mondo: Art Basel, che conclude oggi la sua 50esima edizione.

Napoli si distingue per la ricercatezza e lo spessore di due galleristi storici della città: Alfonso Artiaco e Lia Rumma, protagonisti di questa 50esima edizione della fiera svizzera con booth importanti e alcuni dei più quotati artisti a livello internazionale. Proprio nella hall centrale di Messe Basel, in compagnia di circa 270 gallerie di oltre 60 paesi , si distingue lo stand di Lia Rumma, custodito da un'imponente vetrina, come a sottolineare la tridimensionalità dello stand quale pretesto di riflessione sul rito dello scambio economico e culturale determinato dall’azione che si svolge in una fiera d'arte.

"Il visitatore è portato a creare un rapporto personale con le opere in mostra grazie alla tensione dinamica che sorge tra sguardo e desiderio, piacere visivo e provocazione linguistica, incentivo a un meccanismo di consumo e ostacolo ad esso." Sottolinea Andrea Villani, co-curatore dello stand.

Lia, la Signora dell'arte con spazi espositivi a Napoli e Milano ed una home gallery in quel gioiello architettonico sospeso tra arte e natura che è Palazzo Donn'Anna, celebra a Basilea i 50 anni di attività con un progetto che intende omaggiare, attraverso una selezione di capolavori storici dell'Arte Povera e dell'Arte Concettuale, l'operato della stessa galleria mettendone in luce la continuità storica ed il suo "peso" contemporaneo. Tra gli artisti in mostra: Joseph Kosuth , Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto , con l'iconica “opera-azione” presentata nel 1968 ad Amalfi  per “Arte Povera più Azioni Povere”,  un dittico fotografico e testuale che ripercorre una nota performance dii Marina Abramovic , e le "Colonne perse" di Ettore Spalletti.

A pochi booth di distanza, lo spazioso stand di Alfonso Aritaco, gallerista napoletano impegnato da oltre trent'anni nella promozione dell'arte minimale, concettuale, prima a Pozzuoli , poi nella sede di Piazzetta Nilo, all'interno di un palazzo patrizio del '700. Perché, si sa, a Napoli il Contemporaneo vive nei palazzi. Tra gli autori scelti da Artiaco nomi dal calibro di Sol LeWitt, Darren Almond, Alan Charlton, Michel François, Niele Toroni, Juan Uslè; la suggestiva installazione  musicale  sotto-forma di percussioni di Anri Sala che invita lo spettatore ad un'esperienza immersiva e sintetica; Giulio Paolini con «Giove e Antiope», ispirato all'omonimo dipinto esposto al Louvre di Watteau; ancora  il duo avellinese Perino & Vele, e tante quote rosa con Veronica  Janssens,  Vera Lutter, Rita McBride, Maria Thereza Alves. Infine Gilbert & George, presente anche nella sezione Unlimited, quasi una Biennale interna alla fiera, dove ammirare opere di dimensioni particolarmente estese.

Ancora, la galleria londinese ma legata a doppio filo a Napoli, Thomas Dane, con sede espositiva al piano nobile di Casa Ruffo, in Via Crispi, un tempo casa di Benedetto Croce, espone quasi solo artiste donne , tra cui Lynda Benglis, Cecily Brown,Caragh Thuring, e partecipa anche al "Fuori-Basilea", con una performance di Michael Landy per il 25esimo anno del Museo Tinguely.

Insomma, in un anno di non semplice ripresa, segnato dalla minaccia pandemica,  l'incontro a tu per tu con l'arte ha avuto la meglio ,  dimostrando la seduzione dell'arte vista di persona. Lo testimoniano anche le maggiori gallerie napoletane che hanno manifestato  spirito competitivo ed un reciproco incoraggiamento. Cosa molto difficile da replicare online. 

 

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Il Mattino