Casa Stradivari riapre a Cremona grazie a un violinista napoletano

Taglio del nastro e presentazione delle attività legate alla formazione e alla valorizzazione dell'arte iniziata in questa città da più geniale liutaio

L'inaugurazione di Casa Stradivari
Casa Stradivari riapre al pubblico oggi, 4 luglio 2023. Una data non scelta a caso perché fu proprio in questo stesso giorno nel 1667 che il più geniale...

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Casa Stradivari riapre al pubblico oggi, 4 luglio 2023. Una data non scelta a caso perché fu proprio in questo stesso giorno nel 1667 che il più geniale liutaio di tutti i tempi fece il suo ingresso in quella che sarà la sua prima dimora nuziale e il suo primo atelier. A ideare il progetto è un napoletano appassionato di musica, il violinista Fabrizio von Arx che nel 2020 decide di riportare il suo strumento a Cremona, dove fu realizzato 300 anni prima. Con un viaggio in più luoghi significativi, dalla Svizzera all’Italia, e a ogni tappa il suo Stradivari datato 1720 – ribattezzato “The Angel” ex Madrileño - è protagonista di concerti e incontri.

A Cremona il maestro viene a conoscenza dello stato in cui versa l’edificio in cui il liutaio visse e decide di creare la fondazione Casa Stradivari - assieme ad Antonio Gambardella, Vincent Bernasconi e Stefania Soldi – per restaurare e restituire la dimora alla comunità. E, in sinergia con il Comune di Cremona, si punta a trasformare questi spazi un centro di promozione culturale, di dialogo artistico e di formazione per i giovani.

La palazzina sul corso Garibaldi ha il tipico impianto delle costruzioni insistenti sul lotto medievale, il caratteristico lotto gotico. Al piano terra, che fu sede della bottega, è previsto che siano costruiti di nuovo strumenti ad arco da giovani artigiani che parteciperanno a percorsi di formazione e specializzazione nell’arte della liuteria cremonese, pratica iscritta nella lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Gli apprendisti liutai frequenteranno 18 mesi di lezione sotto la guida di maestri di fama internazionale come Bruce Carlsson, Marcello Ive, Primo Pistoni e Davide Sora, mentre Carlo Andrea Rozzi e Alessandro Voltini si occuperanno del progetto di analisi acustica degli strumenti nelle varie fasi di lavorazione, e il chimico Curzio Merlo sosterrà lo studio delle vernici. Nel quadro del programma verranno inseriti anche seminari e approfondimenti aperti all'intera comunità liutaria, in collaborazione con altre realtà del territorio. Nello stesso edificio, ma al primo piano, le sale saranno destinate ad approfondimenti e formazione strumentale, vicino a una biblioteca. Al secondo piano, il progetto di residenza artistica per ospitare musicisti di diverse discipline, e non solo, e sviluppare progetti culturali favorendo il dialogo con gli allievi, quel dialogo virtuoso che già Stradivari coltivò con passione. Infine, l’altana, il “secadur”, luogo misterioso preservato e intatto: lì dove, tra storia e leggenda, gli strumenti del liutaio cremonese lasciati ad essiccare acquisivano la loro magica risonanza.

Le nuove attività di Casa Stradivari prenderanno il via in autunno grazie alla collaborazione istituzionale che coinvolge anche la Fondazione Museo del Violino "Stradivari”, e arricchiranno ulteriormente la storia di Cremona, città che ha già un’importanza indiscussa nel panorama musicale italiano e internazionale. È qui che sono nati compositori come Claudio Monteverdi, qui che fiorì a partire dal XVI secolo la scuola di liuteria. Oggi circa 160 le botteghe continuano a tramandare questa antica tradizione, vanto italiano nel mondo.

«Saper fare liutario, oggi patrimonio immateriale dell’Unesco, finalmente trova, grazie a Casa Stradivari, un elemento fondamentale della sua storia e tangibilità.», sottolinea Antonio Gambardella, presidente della Fondazione Casa Stradivari, costituita nel 2021. «Casa Stradivari emana energia creativa. Per questo abbiamo voluto creare spazi dove gli artisti possano confrontarsi per lo sviluppo di nuove idee, mantenendo la centralità dello strumento. Infatti, fu proprio l’incontro tra Stradivari e i violinisti-compositori dell’epoca, a mio avviso, uno dei suoi tanti “segreti”: la pluralità degli attori musicali coinvolti ha trasformato la liuteria cremonese in un’opera d’arte universalmente riconosciuta, fonte di ispirazione per capolavori che ancora oggi meravigliano» sottolinea il direttore artistico Fabrizio von Arx.

 

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Il Mattino