La lettera che qui segue è stata recapitata ieri pomeriggio in busta chiusa alla portineria del Mattino. Reca la firma di Elena Ferrante, ma non abbiamo la certezza che si...
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Caro Direttore, nella corsa verso l’ignoto che sono i premi letterari, vengo tirata in ballo da Roberto Saviano. Mi si chiede, per «sparigliare le carte» con il mio romanzo «L’amica geniale», un’azione che non mi appartiene: la partecipazione al Premio Strega. Mi rivolgo a Lei, poiché la conosco bene o almeno credo di conoscerla, e per questo mi fido. Uscendo dal gioco stantio della cultura italiana, scelgo il giornale della mia città – col quale mi propongo di collaborare, sempre che Lei voglia – per ribadire la mia estraneità a un mondo che non riesco, per quanto mi sforzi, a sentire mio. Non ho mai avuto in mente, proprio come la mia Lila, un cambio di identità, meno ancora il sogno di rifarmi una vita. Il mio proposito è stato sempre un altro: scrivere volatilizzandomi; disperdere ogni mia cellula per ogni rigo lasciato al lettore.
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Il Mattino