Morto Francesco De Bartolomeis, addio al decano dei pedagogisti

La morte a Torino all'età di 105 anni

Morto Francesco De Bartolomeis
Francesco De Bartolomeis, decano dei pedagogisti italiani, che negli anni Settanta ebbe un ruolo decisivo nella nascita delle scuole a tempo pieno, è morto a Torino...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Francesco De Bartolomeis, decano dei pedagogisti italiani, che negli anni Settanta ebbe un ruolo decisivo nella nascita delle scuole a tempo pieno, è morto a Torino all'età di 105 anni.

L'annuncio della scomparsa, avvenuta il 29 giugno, è stato dato oggi ad esequie avvenute dalla nuora, l'ex senatrice del Pd Vittoria Franco, che dell'illustre pedagogista aveva sposato il figlio Paolo De Bartolomeis, docente di matematica all'Università di Firenze, morto all'età di 64 anni nel 2016.

Francesco De Bartolomeis è stato docente di pedagogia nell'Università di Torino dal 1956 al 1988, di cui era professore emerito. Si è occupato, fra l'altro, dei problemi della scuola attiva, di psicopedagogia dell'infanzia e dell'adolescenza, di riforma della scuola. Grazie alla sua vasta conoscenza della storia della pedagogia, negli anni Cinquanta e Sessanta lavorò molto per far conoscere in Italia i più importanti studiosi europei e nordamericani facendoli pubblicare dagli editori con cui collaborava (Loescher e Nuova Italia in particolare). 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino