Greta Esposito dal cinema ai podcast con l'audilibro «I diari di Limbo»

Greta Esposito dal cinema ai podcast con l'audilibro «I diari di Limbo»
Greta Esposito ha appena vent’anni e ha talento da vendere: mentre è al cinema con “Qui rido io” di Mario Martone, nel ruolo della figlia di Scarpetta...

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Greta Esposito ha appena vent’anni e ha talento da vendere: mentre è al cinema con “Qui rido io” di Mario Martone, nel ruolo della figlia di Scarpetta (Tony Servillo), si lancia in una nuova scommessa, è la protagonista dell’audiolibro “I diari del limbo” di Manlio Castagna per Emos Record, tratto dal graphic novel omonimo illustrato da Nova, disponibile sul sito della casa editrice e sulle piattaforme di podcast online.

Quando è inizia questa avventura?
«Stavo girando “Mental”, la serie di Raiplay e sul set mi chiesero se mi andasse di fare un’audizione per la Emons, casa editrice di audiolibri per vedere. Ho accettato, ha fatto due audizioni e sono piaciuta tanto: mi prendono e scopro che l’autore è un mio caro amico, Manlio Castagna, che conosco da quando avevo 10 anni, perché lavorava al Giffoni. È stato fantastico scoprire che avremmo potuto lavorare insieme dopo tanti anni».

Com’è stato prestare la voce per un audiolibro?
«Ho iniziato a registrare mentre ero a Ferrara per girare “Delta” di Michele Vannucci, scendevo a Bologna e facevo delle registrazioni di cinque ore molto immersive. Soltanto una volta sono riuscita a registrare con un altro personaggio, per il resto l’ho fatto sempre da sola. Ho scoperto che mi piace da morire, è stata la prima volta, avevo un coach che mi ha seguita e mi ha accompagnato per mano e aiutato. Usare soltanto la voce è molto difficile e anche un grande esercizio anche per la recitazione, non l’avevo mai fatto prima. Siccome leggi e basta e non vedi niente, sei tu che crei immagini nella tua testa. È un grandissimo esercizio di immaginazione dopo ore e ore che registravamo mi sentivo del tutto estraniata dalla realtà, credevo di essere all’interno della storia che stavo leggendo. Poi, quando mi sono risentita ho pensato: uau!».

Tu interpreti la protagonista, Ottavia.
«Ottavia si ritrova in una fortezza e all’inizio crede sia un sogno, poi pian piano scopre perché si trova lì: è intrappolata all’interno della fortezza, un luogo allegorico per rappresentare le paure adolescenziali, che, però, sono necessarie per la crescita. Se noi avessimo paura, non scopriremmo cosa c’è oltre e non cresceremmo, così lei è intrappolata nelle sue paure insieme a Tito e Pepi, i suoi compagni di viaggio. Riesce a superare le paure e a compiere il viaggio. La forza dell’amicizia, insieme anche a Lugosi, una sorta di Virgilio non vedente, che grazie agli occhi di Ottavia riesce a vedere. È un’esperienza catartica, per lei e che ho provato anche io mentre leggevo i diari, anche per me è stato un viaggio ».

Lo stesso viaggio che compiranno gli ascoltatori dell’audiolibro?


«Penso di sì, poi gli audiolibri sono il futuro, abbracciano una serie di categorie di persone, come i non vedenti, e nonostante questo sono poco diffusi per il momento in Italia. Noi non siamo portati a pensarci, perché non sentiamo il problema vicino, ma c’è una grande parte della popolazione che non può accedere ai contenuti audiovisivi. L’audiolibro è una cura per chi vuole immaginare e non può farlo attraverso gli occhi. Ci ho riflettuto io stessa per la prima volta mentre registravo: mi è capitato di vedere anche senza veder veramente, grazie ai suoni e alle descrizioni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino