Greta Esposito dal cinema ai podcast con l'audilibro «I diari di Limbo»

Greta Esposito dal cinema ai podcast con l'audilibro «I diari di Limbo»
di Alessandra Farro
Giovedì 30 Settembre 2021, 19:40
3 Minuti di Lettura

Greta Esposito ha appena vent’anni e ha talento da vendere: mentre è al cinema con “Qui rido io” di Mario Martone, nel ruolo della figlia di Scarpetta (Tony Servillo), si lancia in una nuova scommessa, è la protagonista dell’audiolibro “I diari del limbo” di Manlio Castagna per Emos Record, tratto dal graphic novel omonimo illustrato da Nova, disponibile sul sito della casa editrice e sulle piattaforme di podcast online.

Quando è inizia questa avventura?
«Stavo girando “Mental”, la serie di Raiplay e sul set mi chiesero se mi andasse di fare un’audizione per la Emons, casa editrice di audiolibri per vedere. Ho accettato, ha fatto due audizioni e sono piaciuta tanto: mi prendono e scopro che l’autore è un mio caro amico, Manlio Castagna, che conosco da quando avevo 10 anni, perché lavorava al Giffoni. È stato fantastico scoprire che avremmo potuto lavorare insieme dopo tanti anni».

Com’è stato prestare la voce per un audiolibro?
«Ho iniziato a registrare mentre ero a Ferrara per girare “Delta” di Michele Vannucci, scendevo a Bologna e facevo delle registrazioni di cinque ore molto immersive. Soltanto una volta sono riuscita a registrare con un altro personaggio, per il resto l’ho fatto sempre da sola. Ho scoperto che mi piace da morire, è stata la prima volta, avevo un coach che mi ha seguita e mi ha accompagnato per mano e aiutato. Usare soltanto la voce è molto difficile e anche un grande esercizio anche per la recitazione, non l’avevo mai fatto prima. Siccome leggi e basta e non vedi niente, sei tu che crei immagini nella tua testa. È un grandissimo esercizio di immaginazione dopo ore e ore che registravamo mi sentivo del tutto estraniata dalla realtà, credevo di essere all’interno della storia che stavo leggendo.

Poi, quando mi sono risentita ho pensato: uau!».

Tu interpreti la protagonista, Ottavia.
«Ottavia si ritrova in una fortezza e all’inizio crede sia un sogno, poi pian piano scopre perché si trova lì: è intrappolata all’interno della fortezza, un luogo allegorico per rappresentare le paure adolescenziali, che, però, sono necessarie per la crescita. Se noi avessimo paura, non scopriremmo cosa c’è oltre e non cresceremmo, così lei è intrappolata nelle sue paure insieme a Tito e Pepi, i suoi compagni di viaggio. Riesce a superare le paure e a compiere il viaggio. La forza dell’amicizia, insieme anche a Lugosi, una sorta di Virgilio non vedente, che grazie agli occhi di Ottavia riesce a vedere. È un’esperienza catartica, per lei e che ho provato anche io mentre leggevo i diari, anche per me è stato un viaggio ».

Lo stesso viaggio che compiranno gli ascoltatori dell’audiolibro?
«Penso di sì, poi gli audiolibri sono il futuro, abbracciano una serie di categorie di persone, come i non vedenti, e nonostante questo sono poco diffusi per il momento in Italia. Noi non siamo portati a pensarci, perché non sentiamo il problema vicino, ma c’è una grande parte della popolazione che non può accedere ai contenuti audiovisivi. L’audiolibro è una cura per chi vuole immaginare e non può farlo attraverso gli occhi. Ci ho riflettuto io stessa per la prima volta mentre registravo: mi è capitato di vedere anche senza veder veramente, grazie ai suoni e alle descrizioni».

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