Impasse in giuria, costretta a “violare” le regole del Man Booker Prize, e a dividere in due il premio di cinquantamila sterline. Hanno vinto il più importante...
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La regole del Booker Prize recitava finora che il premio non deve essere mai diviso, ma i giurati hanno insistito sul fatto che «non potevano separare» le due opere. Le regole sono state modificate dopo l'ultimo pareggio nel 1992 e gli organizzatori hanno spiegato ai giurati di quest'anno che non era permesso scegliere due vincitori. Ma dopo cinque ore di discussione, Peter Florence, presidente della giuria, ha dichiarato: «È stata una nostra decisione infrangere le regole». «Più ne abbiamo parlato, più abbiamo scoperto che li amavamo entrambi così tanto che volevamo che vincessero entrambi», ha aggiunto.
Atwood ed Evaristo hanno prevalso sugli altri finalisti, tutti di grande qualità letteraria, a partire da Salman Rushdie (altro veterano del premio), il cui “Quichotte” è una riscrittura della storia di Cervantes in chiave moderna. Gli altri concorrenti: la statunitense Lucy Ellmann, con “Ducks, Newburyport”; la anglo-turca Elif Shafak, con “10 Minutes 38 Seconds in This Strange World” (I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo); il nigeriano Chigozie Obioma con “An Orchestra of Minorities”.
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Il Mattino