Napoli, la Biblioteca Nazionale acquista l'autografo di Torquato Tasso

Da poco ritrovato, arricchirà la collezione del museo: la consegna lunedì 21

Napoli, la Biblioteca Nazionale acquista l'autografo di Torquato Tasso
Un prezioso cofanetto in marocchino rosso decorato contenente il sonetto autografo di Torquato Tasso, da poco ritrovato, arricchirà e valorizzerà ulteriormente la...

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Un prezioso cofanetto in marocchino rosso decorato contenente il sonetto autografo di Torquato Tasso, da poco ritrovato, arricchirà e valorizzerà ulteriormente la notevole raccolta tassiana della Biblioteca Nazionale di Napoli.

Il manoscritto, una vera rarità, indirizzato al signor Don Vincenzo Caracciolo, permette di individuare con certezza il destinatario del componimento. Inoltre lo scritto testimonia il difficile rapporto tra i due personaggi. Il sonetto è accompagnato da un trittico di tre lettere autografe di Alfonso d’Este, duca di Ferrara, con stampe, indirizzate al Tasso e di Leonora d’Este, la nobildonna, della quale il poeta sarebbe stato innamorato .

Il ritrovamento

Il sonetto autografo di Torquato Tasso, di cui si erano perse le tracce tornato alla luce nei mesi scorsi è stato proposto all’asta dalla Finarte nel giugno scorso, e ceduto in acquisto alla Biblioteca Nazionale di Napoli solo dopo una lunga contrattazione, sarà consegnato alla Nazionale lunedì prossimo alle ore 11.

«Si tratta di un’acquisizione sul mercato antiquario di particolare importanza. L'autografo di Torquato Tasso (1544 -1595), è stato ritrovato nel sonetto «Onor di tomba e di dorati marmi»,  che è stato tramandato da diversi testimoni, ma che risulta sconosciuto nella presente versione autografa. Indirizzato a Vincenzo Caracciolo, venne originariamente spedito da Tasso insieme ad un altro sonetto , ma le liriche non giunsero mai al destinatario, come si ricava da una lettera del 12 novembre 1590 dove Tasso afferma di esser "stato defraudato" delle due liriche. Il sonetto acquistato dalla Biblioteca è proprio quello che doveva accompagnare la missiva del 28 settembre 1590» spiega Maria Iannotti direttrice della Biblioteca.

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Il Mattino