“Nel 2000 i telefoni faranno tutto loro”. Titolava così, 56 anni fa, Trapani Nuova, un settimanale siciliano diretto da Nino Montanti. ...
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“Leggeremo i giornali attraverso la rete telefonica e potremo anche servircene per le operazioni di banca”, scriveva.
L’articolo, pubblicato il 26 giugno 1962, prevedeva banche telematiche, telefoni a comandi vocali, lezioni, mostre e libri online. “La gente – aggiungeva – potrà disporre del telefono sulle autovetture, sugli aerei e in qualsiasi altro mezzo”. Sembra la profezia dello smartphone. O una fake news. Il giornale siciliano è però autentico, conservato oggi a Trapani da Giovanni e Laura Montanti, figli dell’allora direttore. Si trova in rete grazie a un webmaster, Lorenzo Gigante. Nulla però di quell’articolo è frutto di fantasia: ogni affermazione corrisponde a invenzioni, tecnologie e ricerche esistenti all’epoca.
A raccontarlo – in un mix di scienza, marketing, aneddoti e cultura pop – è il giornalista Edoardo Poeta con il libro “Il futuro è sempre esistito”, un saggio di storia sociale e culturale, edito da Falsopiano, in distribuzione in questi giorni nelle librerie e negli shop on line (www.futuroesistito.it).
Nello svelare le fonti di Trapani Nuova e di altre previsioni a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, il libro compie un sorprendente viaggio nel “futuro visto dal passato”. Ci si imbatte in telefoni multimediali, in profezie sui motori di ricerca, in progetti di comunità online. E pure in italiani che concepirono computer da tavolo, radiotelefoni da polso, videochiamate e collegamenti a distanza con banche dati. Tutto oltre 50 anni fa, quando il 2000 rappresentava ancora una data simbolo.
Dopo la crisi del 1929 e durante la corsa allo spazio, fu coltivato negli Stati Uniti il mito del futuro.
Il Mattino