Da lovvare a drinkare fino a hater, ecco l'enciclopedia del nuovo italiano

Da “Lovvare” a “drinkare” fino a “hater”: ecco l'enciclopedia del nuovo italiano
Parole coniate per raccontare nuove realtà, ma anche termini che danno nuovi significati a concetti e contesti già esistenti. Vocaboli nati nella vita di tutti i...

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Parole coniate per raccontare nuove realtà, ma anche termini che danno nuovi significati a concetti e contesti già esistenti. Vocaboli nati nella vita di tutti i giorni oppure creati da personaggi noti. La lingua italiana arricchisce il suo vocabolario. Sono ben 3505 i neologismi inseriti nel vocabolario Treccani (articolato in tre volumi) cui hanno lavorato Valeria Della Valle, Giuseppe Patota, Giovanni Adamo con la redazione.


La lingua italiana che cambia, il blogger Di Biagio: «Ma in Rete si usano sempre meno parole»



Sotto i riflettori, il Paese cha cambia, ma anche il Paese che guarda, osserva, sogna, critica, in una selezione di termini che raccontando il nostro modo di parlare confessano il nostro modo di essere. La gran parte dei neologismi ha autori precisi. Anzi, firme. È dai giornali, infatti, che arriva il numero più consistente di nuovi termini. I neologismi toccano vari ambiti: c'è il dronista, ossia la persona capace di pilotare un drone e c'è la libridine, desiderio smodato per lettura e possesso di libri.

C'è molta politica ma anche società e costume. Ecco allora gli italiani che cinguettano opinioni su Twitter, usano faccine per esprimere emozioni sui social, aspettano il Black Friday, giornata di maxi sconti a fine novembre, per fare acquisti. E ancora, gli italiani a caccia di nuovi modelli - influencer è il personaggio popolare sul web che ha il potere di influenzare un gruppo consistente di utenti - e quelli che odiano, gli hater, che sfruttano l'anonimato consentito dalla rete per sfogare rabbia e frustrazione.

Oltre il 20% dei nuovi termini è di derivazione straniera, in massima parte angloamericana. Una percentuale consistente e in crescita. Nel 2008, i vocaboli stranieri nel vocabolario rappresentavano poco più del 10%. Insomma, l'Italia che cambia sceglie spesso pure di mutare lingua, adottando parole straniere o componendone di nuove su modelli esteri. Il fenomeno è evidente soprattutto tra i giovani.

Un gruppo di studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione dell'università Lumsa ha riunito oltre 500 locuzioni giovanili appunto, nel volume Bella ci! Piccolo glossario di una lingua balconata. Tra le parole, drinkare al posto di bere, lovvo invece di amo, postare per pubblicare. Un vocabolario derivato perlopiù da internet. Dal dialogo virtuale alla lingua reale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino