Nella città della Sirena un incontro-dibattito sulle stranezze geografiche e meteorologiche (e non solo) dell’Iliade e dell’Odissea e sulla rivoluzionaria...
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Al di là delle suggestive evocazioni letterarie e cinematografiche, infatti, si tratta di un’ipotesi decisamente rivoluzionaria: al contrario di quanto ritenuto sino ad oggi, i mitici racconti omerici sarebbero dunque ambientati tra il Mar Baltico e l’Atlantico settentrionale. A spiegare come sia stato possibile ricostruire un così complesso scenario sarà lo stesso autore del volume, sabato prossimo (dalle 10.30) nella sala consiliare di Santa Maria la Nova, nel corso di un incontro-dibattito organizzato dall’Accademia degli Investiganti, che vedrà la partecipazione dell’avvocato Alessio Guadagno, del giornalista Alessandro Sansoni e dello studioso e saggista Giovanni Schioppo (autore di “Gli etruschi tra Roma e Annibale”), coordinati dal giornalista de “la Stampa” Antonio Emanuele Piedimonte. Il tema, come è noto, appassiona sin da quando l’imprenditore e archeologo tedesco Heinrich Schliemann (che morirà proprio a Napoli, il 26 dicembre 1890) con i suoi famosi scavi aprì la strada all’ipotesi che il mitico Omero avesse descritto luoghi assolutamente reali, un approccio che trasformò l’Iliade e l’Odissea (che oggi peraltro si tende a non attribuire alla stessa penna, come peraltro avevano già detto i grammatici alessandrini e in seguito il grande filosofo partenopeo Giambattista Vico) in una sorta di “guide” dell’antichità.
A colpire l’attenzione di Felice Vinci, in particolare, è stato un passo dello scrittore greco Plutarco, nel quale si dice che l’isola Ogigia (quella dove la dea Calipso trattenne a lungo Ulisse) era situata nell’Atlantico, esattamente “a cinque giorni di navigazione dalla Britannia”. La frase (che è tratta dal “De facie quae in orbe lunae apparet”) ebbe l’effetto di un’illuminazione per lo studioso che già da tempo si interrogava sulle “anomalie” del racconto omerico. Questioni peraltro già note agli autori antichi, come Strabone, che ad esempio si chiese perché mai l’isola di Faro, ubicata proprio davanti al porto di Alessandria, fosse da Omero indicata a una giornata di navigazione dall’Egitto. Anni di studi e ricerche confluirono nel fortunato volume - pubblicato dall’editore Palombi (e più volte rieditato) con una presentazione di Rosa Calzecchi Onesti e la prefazione di Franco Cuomo - che sarà al centro dell’incontro. Invece dei caldi lidi del Mediterraneo Ulisse si trovò a costeggiare i gelidi mari del Nord? Vinci ne è convinto e nelle cinquecento pagine del suo lavoro prova a spiegarne il perché.
A cominciare dall’analisi degli aspetti per così dire meteorologici: «Nel mondo cantato da Omero - spiega - si avvertono le asprezze tipiche dei climi nordici.
Il Mattino