"Se penso al mio rapporto con Napoli, mi sembra di poterlo esprimere soltanto per immagini. E la prima è quella di Palazzo Donn’Anna"...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La prima monografia, edita da Allemandi, interamente dedicata al Palazzo emblema di Posillipo e uno dei simboli più poetici di Napoli, descritto come "sospeso", non ben definito: un edificio che appartiene ora alla storia , per la sua imponente architettura, ora alla natura, quando pare confondersi con la linea della costa e si fa tutt'uno col paesaggio.
La costruzione ebbe inizio intorno al 1640 per volere di Anna Carafa e del marito, il viceré spagnolo, Ramiro de Guzmán, ma non fu mai terminata. Il palazzo monumentale in rovina divenne presto un soggetto felice dell’iconografia per artisti napoletani e internazionali.
Donn’Anna è probabilmente uno dei pochi edifici napoletani capaci di superare i confini locali. Commenta l'autore, che prosegue: "Questa prerogativa non deriva solo dal genio di chi lo concepì, ma anche dal suo inserimento in un ambiente naturale eccezionale. La mole barocca è in parte scavata e in parte adagiata su un promontorio di tufo proiettato sul mare, alle pendici della collina di Pausilypon, così chiamata dai Greci per la sua bellezza (dal greco παυσις e λυπων, «pausa al dolore»), da cui si può godere dello straordinario panorama del golfo. Tuttavia, le vicende del palazzo non conobbero pausa al dolore: dai fasti iniziali si passò a un immediato decadimento dovuto a terremoti, saccheggi, crolli e abbandoni che hanno contribuito a creare quell’aura di mistero da cui sono nate le famose leggende popolari legate a donna Anna o alla perfida regina Giovanna, che vi avrebbe ammazzato i suoi amanti. Proprio la sua immagine di monumentale rudere romantico abbandonato alle intemperie del mare e dei venti, deve avere irresistibilmente catturato l’attenzione dei tanti viaggiatori, scrittori e pittori al pari del canto di una sirena".
Il libro, che verrà presentato Lunedì proprio nel teatro del palazzo, oggi sede della Fondazione Culturale De Felice, è nato da un sentimento di appartenenza, oltre che dall'appassionato studio dell’architetto Pietro Belli.
Per esaudire una curiosità legata soprattutto al valore affettivo che lo lega a quello che definisce un "palazzo-scultura", un tempo casa dei suoi nonni, oggi esemplare casa-galleria di Lia Rumma, Belli conduce negli anni ricerche nella sua città di adozione, Londra, fino ad imbattersi, tra gli archivi del Victoria & Albert Museum, in ben undici tavole della collezione di Lord Bute dedicate al «Magnifico Palazzo». Da questo inatteso ritrovamento, assieme a quello di altre immagini inedite, si fa forte la volontà di ricostruire la storia del palazzo, raccontarne vicissitudini , decifrarne l’architettura, ma anche e soprattutto di testimoniare il fascino che ha esercitato nel corso dei secoli sui tanti viaggiatori italiani e stranieri. Tre anni di studi, in cui Belli riceve l’entusiastico e prezioso supporto di artisti, studiosi e amici. La pubblicazione è infatti impreziosita da numerose illustrazioni d’epoca e dal contributo originale di artisti e fotografi contemporanei di fama internazionale. Grandi nomi della fotografia contemporanea quali: Massimo Listri, Mauro Fermariello, Raffaela Mariniello e Domenico Mennillo, Salvino Campos, Simone Florena, Cristina Cusani. Inoltre, grazie al sostegno di Lia Rumma, trasferitasi nel 2013 nel Palazzo, dove ha allestito un'esclusiva home-gallery, hanno partecipato Mimmo Jodice, William Kentridge, Anselm Kiefer.
Per i pescatori, nell'antichità, era lo Scoglio della Sirena. In nessun altro palazzo della città la storia è passata così prepotentemente come in questa "grande fabbrica incompiuta", il cui mito ancora oggi resiste alla forza del tempo e delle onde marine. Come scrive Roberto Fedele: "Palazzo Donn’Anna ha due anime. Una natura doppia". E come la sirena, ha "il corpo arso dal sole mediterraneo e i piedi umidi, bagnati dal mare del golfo. "
Un volume per quattro secoli di racconti, illustrazioni, documenti, che danno prova dell'incredibile potere evocativo e metaforico del Palazzo-scultura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino