Premio Strega, la Ferrante è in finale: esclusa l’altra napoletana Marasco

Premio Strega, la Ferrante è in finale: esclusa l’altra napoletana Marasco
Primo verdetto per il Premio Strega, quest'anno alla sessantanovesima edizione. Ieri sera a Roma, nella sede storica di casa Bellonci dove il premio prese il via il 17...

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Primo verdetto per il Premio Strega, quest'anno alla sessantanovesima edizione. Ieri sera a Roma, nella sede storica di casa Bellonci dove il premio prese il via il 17 febbraio 1947, è stata scelta la rosa dei finalisti fra i dodici titoli in lizza. E sono: con 182 voti Nicola Lagioia (La ferocia, Einaudi); secondo Mauro Covacich (La sposa, Bompiani) con 157 voti; terza Elena Ferrante (Storia della bambina perduta, e/o) con 140 voti; quarto Fabio Genovesi (Chi manda le onde, Mondadori) con 123 voti, già vincitore dello Strega Giovani, e infine Marco Santagata con Come donna innamorata, Guanda, con 119 voti. Prima dei non eletti Clara Sereni (Via di Ripetta 155, Giunti) con 104 voti. A ruota, al settimo posto, Wanda Marasco (Il genio dell’abbandono, Neri Pozza) con 93 voti.




Hanno votato 403 elettori su 460 aventi diritto, on line in 330. La novità più interessante di questa edizione è il nuovo meccanismo di voto introdotto dal comitato direttivo presieduto da Tullio De Mauro. I giurati del Premio – gli «Amici della domenica», 400 donne e uomini di cultura ai quali si aggiungono sessanta lettori forti che ruotano ogni anno e quindici gruppi di lettura costituiti da scuole, università e Istituti Italiani di Cultura all’Estero – nella prima votazione hanno espresso la loro preferenza per tre dei dodici libri in concorso, non più per uno solo. La seconda innovazione è una clausola di salvaguardia che favorisce la presenza dei piccoli e medi editori: se nella cinquina non fosse stato compreso almeno un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, si sarebbe proceduto all’inclusione di quel libro – o, in caso di ex aequo, quei libri – con il maggior numero di voti, determinando così una finale a sei o più candidati. Fuori dalla cinquina sono rimasti anche Vinicio Capossela (Il paese dei coppoloni, Feltrinelli) e Zerocalcare (Dimentica il mio nome, Bao Publishing).



Lagioia annuncia che del suo libro sono stati opzionati i diritti cinematografici, gli editori della Ferrante, i Ferri, ringraziano chi li ha spinti a candidare il romanzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino