Un omaggio corale a Napoli, ai grandi maestri della sua antica civiltà musicale. Un inno simbolico e attualissimo al potere taumaturgico del canto e delle melodie che...
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In scena (stasera alle 19, in Sala Assoli, Vico Lungo Teatro Nuovo 110, sold out da settimane), un protagonista del calibro di Massimiliano Foà nei panni (recitati e cantati) di Mastro Giorgio, affiancato da giovani artisti di talento (Chiara Di Girolamo, Teresa; Cristina D’Alessandro, Nina; Domenico Nappi, Don Chisciotte; Luca De Lorenzo, Socrate) e da una quarantina di piccoli musicisti dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, diretta dal Maestro Giuseppe Mallozzi: i quali, dopo una evocativa performance iniziale live del danzatore Francesco Russo, danno vita a una suggestiva Opera sperimentale, liberamente ispirata a fatti storici e ambientata nell’ospedale degli Incurabili di Napoli dove il “castigamatti” (Mastro Giorgio, appunto: figura popolare anche nell’uso lessicale partenopeo che ricorda il medico del Seicento Giorgio Cattaneo, noto per i suoi traumatici e sferzanti metodi di “cura” per le malattie mentali) e la sua serva Teresa incontrano via via inquieti personaggi reclusi nel nosocomio e sottoposti alla insostenibile pena del pozzo. Figure tragicomiche che rappresentano altrettante declinazioni della follia: dalla sventurata Nina pazza per amore a Don Chisciotte fino al Socrate immaginario, vecchio compagno di scuola di Mastro Giorgio.
E se la lingua del testo è una complessa ma efficace ibridazione tra italiano e napoletano, francese e spagnolo, è nella ricerca musicologica legata alla partitura che emergono poi nitidamente tre omaggi espliciti a Giovanni Paisiello, per Sacchi «figura di riferimento, sia per quello che riguarda le caratteristiche del teatro musicale che proponeva, rendendolo uno degli operisti più richiesti d'Europa (oltre a Napoli, operò a Vienna, a Pietroburgo, a Parigi), esponente di un teatro che a partire da La serva padrona di Pergolesi rivoluzionò il dramma in musica, sia per quello che riguarda i temi trattati, sia ancora per la vocazione drammatica e duttile, affatto moderna, del suo linguaggio musicale». E quanto ai temi presenti nelle sue opere, spiega ancora Sacchi, compositore del Conservatorio San Pietro a Majella, «è interessante la presenza del tema della Follia, che esiste ne La Nina pazza per amore, il Don Chisciotte, il Socrate immaginario e Il mondo della luna, non a caso ispiratori dei personaggi, delle arie e dei recitativi del nostro Mastro Giorgio».
Non solo. Alla base dell’idea, concepita da Sacchi mentre analizzava anche la figura di Giulio De Ficis - musicista allievo di Francesco Durante presso il Conservatorio San Pietro a Majella, che fu preso a servizio come Maestro di Cappella proprio agli Incurabili, con la precisa intenzione di usare la musica per curare i malati di nervi – anche un misconosciuto testo medico francese del 1748, il Trattato sugli effetti della musica sul corpo umano di J.L. Roger: un lavoro che – aggiunge Sacchi - «unendo lo scientismo illuminista ad una vasta e bizzarra aneddotica ancora di sapore pre-moderno, si presenta com un riferimento tuttora valido per molte delle idee che presenta, e non a caso è ancora oggi pubblicato in Francia». Già. Una ragione in più per auspicare che questa fiaba allegorica in musica (con bozzetti e costumi di Alessandra Gaudioso e Rachele Nuzzo) sul Mastigophoros, ossia il portatore di frusta contro le “furie” dei picchiatelli, possa essere replicata, soprattutto tra i più giovani: per l’efficacia dei messaggi che veicola (l’ottusità insensibile della violenza, la forza maieutica trasformante dell’amore, la magia pedagogica, inclusiva e guaritrice della musica), senza facili didascalismi ma con leggerezza e profondità. E con un apprezzabile e condiviso gusto ludico - frutto di poco più di tre mesi di laboratorio musicale dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli - capace di ironizzare persino sulle frontiere della follia e dei suoi trattamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino