Salone del libro, Torino rilancia al varo statuto e governance

Salone del libro, Torino rilancia al varo statuto e governance
Giorni cruciali per il rilancio del Salone del Libro di Torino. Sotto la Mole è pronta la controffensiva allo 'strappò dell'Aie, l'associazione degli...

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Giorni cruciali per il rilancio del Salone del Libro di Torino. Sotto la Mole è pronta la controffensiva allo 'strappò dell'Aie, l'associazione degli editori che ha puntato su Milano. Domani il comitato di indirizzo della Fondazione, convocato alle 13 nel Palazzo della Regione, si esprimerà sul nuovo statuto ma sono attese indicazioni per il nuovo direttore. Proprio da questa scelta dipende il sì definitivo dell'ex ministro dei Beni Culturali Massimo Bray ad accettare la proposta di presiedere la Fondazione per il Libro.


Il nuovo statuto parte dalla necessità non solo di integrare quello esistente con l'ingresso in Fondazione dei nuovi soci, Mibact, Miur e Compagnia di San Paolo, ma anche di 'attrezzarsì alla lotta con Milano. All'incontro di domani, oltre ai rappresentanti di Comune e Regione, la sindaca Chiara Appendino e il presidente Sergio Chiamparino con i rispettivi assessori alla Cultura, Francesca Leon e Antonella Parigi, a consiglieri di amministrazione e ai rappresentati dei nuovi soci (Rossana Rummo, Arnaldo Colasanti e Michele Coppola), sarà presente Bray.


Il tema della nuova governance del Salone potrebbe essere affrontato già domani, quando saranno probabilmente esaminate le proposte di nomi per il nuovo direttore, fra cui scegliere quella figura «forte» e di prestigio chiesta da Bray per affiancarlo nella costruzione del suo modello di Salone. La riunione del comitato di indirizzo sarà anche il momento per aggiungere alle carte da giocare l'appello lanciato e sottoscritto nelle ultime ore da intellettuali e nomi di peso della cultura. Un'iniziativa pro Torino, fatta partire da Gian Luigi Beccaria, Gian Giacomo Migone, Marinella Pregliasco, Anna Viacava e altri rappresentanti della rivista “L'Indice dei libri del mese”. «È davvero stupefacente che alcuni editori, in virtù della loro forza di oligopolio e sulla spinta di un risultato elettorale possano illudersi di mettere sotto il braccio una realtà costruita negli anni - ormai sono quasi 30 - dalla passione di centinaia di migliaia di persone e portarsela da un'altra parte»: sono le frasi che aprono il documento che continua a raccogliere nuove adesioni. L'hanno firmato scrittori, scienziati, insegnanti, studenti, ma anche associazioni di categoria come Unigec Api che raccoglie le pmi dell'editoria. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino