In un libro, «Stabiae: la città sepolta», il passato di una città ancora per la maggior parte non tornata alla luce, verrà raccontata da Angelo...
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Un racconto a sei mani, che non vuol esser un'opera storica o un volume per esperti, ma un libro alla portata di tutti. Per conoscere meglio e capire le dinamiche di un sito archeologico che a pochi chilometri da Pompei ed Ercolano, un tempo luogo privilegiato per le ville d'otium dei nobili romani, oggi ancora aspetta la sua rinascita.
«Questo libro è nato da un lavoro di squadra, frutto di conoscenze archeologiche e tecniche, svolto in perfetta sintonia. Abbiamo tentato un’impresa ardua, rileggere cioè l’antico sito di Stabiae in una prospettiva che fosse lontana da quella tradizionale - spiegano gli autori - per fare questo abbiamo riavvolto il nastro degli eventi, partendo dalle tante testimonianze a nostra disposizione, le fonti letterarie e le planimetrie redatte in epoca borbonica. Il risultato è stato a dir poco sorprendente. Basti pensare che in molti punti della città moderna abbiamo identificato tratti delle mura antiche, ma anche edifici pubblici dimenticati e soprattutto un intricato sistema difensivo messo a punto in una fase precedente a quella romana. In parole diverse, storie affascinanti che abbiamo raccontato, nella
speranza che Stabiae riviva una nuova, entusiasmante, stagione di scavo come quella avviata negli anni ’50 da Libero D’Orsi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino