Da Acerra ad Angri per scongiurare la chiusura della loro fabbrica prevista a settembre prossimo. Una cinquantina di operai della “Doria”, l’azienda che ad...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sessantasette dipendenti fissi più altrettanti stagionali e con un indotto che dà occupazione ad altri 100 lavoratori, nessuna aria di crisi, nè cassa integrazione, ma la proprietà vuole comunque chiudere lo stabilimento di Acerra rilevato tre anni fa e delocalizzare la produzione a Parma. Sono stati annunciati ben 114 milioni di investimento, ma la metà sarà indirizzata verso gli opifici di Fisciano, Sarno e Fisciano. Rispedite ieri mattina ai mittenti, Comune e Regione le offerte di nuovi terreni e di finanziamenti per la realizzazione di uno stabilimento più grande e moderno in grado di abbassare i costi di produzione. «Vogliamo essere ricevuti dagli amministratori perché Lo stabilimento di Acerra deve vivere e noi non ci stiamo ad essere ricollocati a gruppi negli altri siti industriali del gruppo», spiega Aniello Consales, operaio del direttivo regionale della Cgil.
Una delegazione di manifestanti ed i sindacalisti della Rsu di Acerra sono stati ricevuti dai dirigenti aziendali. È stata confermata l’intenzione di dismettere lo stabilimento di Acerra, ma nel contempo in azienda si stanno comunque valutando le proposte avanzate da Regione e Comune per scongiurare la delocalizzazione dell’attività produttiva fissata per il prossimo settembre. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino