ROMA - Guerra di carte bollate sugli aumenti delle bollette della luce. Il Tar della Lombardia, accogliendo un ricorso del Codacons, ha deciso di sospendere gli aumenti tariffari...
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Il 28 giugno scorso, lo stesso giorno in cui l'Autorità comunicava la revisione tariffaria, infatti, il Garante spiegava come negli ultimi due mesi fossero emerse «una serie di criticità in alcune aree del Paese, riconducibili alle strategie anomale adottate da diversi operatori sul mercato all'ingrosso dell'energia elettrica» e di aver per questo già avviato un procedimento prescrittivo e sanzionatorio. Pochi giorni dopo anche il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, era tornato sull'argomento, per confermare che negli ultimi due-tre mesi si era osservato «un significativo aumento dei costi di dispacciamento», cioè quelli del mercato gestito da Terna che consente di tenere in equilibrio la domanda e l'offerta di energia, garantendo continuità e sicurezza delle forniture. «Si tratta di un fatto molto grave, - aveva detto il ministro - su cui il ministero ha chiesto elementi informatici sia a Terna che all'Autorità, ricevendo alcune prime risposte».
Da qui l'esposto del Codacons al Tar, il quale ha riconosciuto che con le prossime bollette si rischia di «determinare un immanente danno grave ed irreparabile soprattutto per la vastissima platea» di famiglie e piccole imprese, sottolineando invece che «i relativi aumenti se dimostrati legittimi, potranno essere agevolmente recuperati nell'ambito degli ulteriori sistemi di fatturazione attraverso idonee ed eque modalità di prelievo».
I giudici amministrativi hanno così deciso di sospendere immediatamente in via cautelare il provvedimento dell'Autorità e prendersi tempo fino al prossimo 15 settembre per una decisione sul merito. Se il Ministero del Tesoro insiste sulla necessità di chiarire gli aumenti anomali dei costi di dispacciamento, spiegando di seguire «con grande attenzione - nel pieno rispetto dei ruoli - questa vicenda, con l'obiettivo prioritario di non far pagare costi impropri a cittadini e imprese», l'Authority dell'Energia chiede la revoca del decreto cautelare del Tar, «assunto senza aver ascoltato l'Autorità» e basato «su un ricorso che presenta un'erronea rappresentazione degli elementi di fatto e di diritto». Sulla stessa linea anche Utilitalia, che, alla luce della decisione del Tar, chiede, oltre che la revoca della stessa, anche «regole solide» che consentano alle imprese del settore «di programmare i propri investimenti sul medio e lungo periodo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino