Una web tax costruita sostanzialmente con due strettoie per individuare i colossi digitali che si sottraggono al fisco italiano. Prende corpo l'impianto della nuova tassazione...
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Per quanto riguarda il capitolo famiglia, maggioranza e governo si sono trovati nella condizione di dover scegliere tra due possibilità alternative. La prima è la proroga del cosiddetto bonus bebè, il contributo da 960 euro l'anno, per tre anni, destinato ai nuovi nati. La misura scade alla fine di quest'anno e i centristi della maggioranza premono per il suo rinnovo. Ma se questa sarà la scelta, come pare ormai probabile, allora non ci saranno risorse finanziarie per un altro intervento atteso: l'elevazione dagli attuali 2.840,51 euro della soglia entro la quale un familiare (figlio o coniuge) viene considerato a carico e quindi fa scattare la detrazione Irpef per il principale percettore di reddito della famiglia. Il limite non viene aggiornato da oltre vent'anni con il risultato che anche piccoli lavoretti fanno saltare le detrazioni.
Sarà invece risolta alla Camera la questione del superticket sanitario applicato da Regioni su visite a analisi: la sua riduzione, se non cancellazione, è gradita anche a sinistra del Pd e si ragiona su soglie di esenzione definite a livello nazionale. Ci vorrà tempo anche per l'allargamento dell'Ape social, anche a beneficio delle madri lavoratrici: come ha spiegato il ministro Poletti bisogna attendere la quantificazione delle risorse in avanzo dopo il primo anno di utilizzo. Intanto però sono state inserite già a Palazzo Madama una serie di proroghe che anticipano il tradizionale decreto di fine anno.
Tornando alla web tax, la formula prevede in prima battuta una selezione attraverso il cosiddetto spesometro: le imprese non residenti che prestano servizi digitali e superano la soglia di 1.590 operazioni e di un valore pari a 1.500.000 euro verranno convocate dall'Agenzia delle Entrate, la quale verificherà se ricadono nel concetto di stabile organizzazione, in un senso allargato, pur non avendo ad esempio stabilimenti nel Paese. In caso affermativo scatterà la normale tassazione degli utili, altrimenti entrerà comunque in gioco il prelievo del 6 per cento sui ricavi, al quale le imprese residenti potranno sottrarsi attraverso un apposito credito d'imposta.
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Il Mattino